Personaggi – Edouard Mendy: come proteggere e realizzare un sogno

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“Se hai un sogno tu lo devi proteggere! (…) Se vuoi qualcosa vai e inseguila! Punto!”
È una della battute più belle e famose della storia del cinema, pronunciata da Will Smith nel meraviglioso “La ricerca della felicità”, film del 2006 diretto da Gabriele Muccino.
Chissà se Edouard Mendy, gigantesco (1,97 m) portiere senegalese con la passione per i film, ha pensato a questa frase quando nel 2014 si è ritrovato disoccupato e ad un passo dall’abbandonare il calcio. Ciò che è certo è che l’ha messa in pratica, arrivando a difendere la porta del Chelsea sei anni dopo aver fatto la fila ad un centro per l’impiego. La sua storia è una favola che insegna a non mollare mai.

Un tortuoso percorso tra le giovanili

Edouard Mendy nasce a Montivilliers, nel nord della Francia, il 1 marzo 1992. Il padre si era trasferito lì dalla Guinea-Bissau, la madre invece dal Senegal. Si appassiona subito al calcio ed i suoi genitori, più che mai desiderosi di aiutarlo a realizzare i suoi sogni, nel ’99 lo iscrivono alla scuola calcio del Le Havre Caucriauville. L’altezza ben superiore alla media fa sì che Edouard prenda posto fra i pali. Nel 2005, a 13 anni, passa alle giovanili del Le Havre Atheltic Club, uno dei migliori vivai della Francia. Il club blu-celeste non lo considera però una prima scelta, così Edouard si sposta nel più piccolo CS Municipaux Le Havre.
Altri cinque anni di gavetta, crescendo ed imparando sempre di più, poi nel 2011 viene acquistato dal Cherbourg, club di terza divisione. Arrivato come terzo portiere, Mendy debutta nel mondo dei “grandi” il 23 marzo 2012, chiudendo la sua prima partita senza subire gol. 5 presenze nella prima stagione, 3 nella successiva e poi Edouard scala le gerarchie, chiudendo il campionato di quarta divisione 2013-14 con 18 presenze. La sua carriera sembra aver finalmente imboccato la strada giusta, ma nuvole di tempesta si stanno addensando all’orizzonte.

L’incubo e la rinascita

È luglio 2014 ed il contratto di Edouard con il Cherbourg è scaduto. Il classe ’92 è desideroso di cambiare aria e, consigliato da alcuni compagni, si rivolge ad un agente che gli promette di portarlo a giocare in League One, la terza divisione inglese, dove dice di essersi già accordato con un club. Edouard deve solo attendere la chiamata, che arriverà quando il club inglese avrà venduto il suo precedente portiere. Passa un mese ed il suo cellulare non squilla. Ad agosto Mendy prova a contattare l’agente, ma l’unica risposta ricevuta è un messaggio in cui gli viene augurata buona fortuna. È una mazzata immane. Il mondo crolla addosso al giovane portiere. A 22 anni si ritrova senza una squadra, disoccupato. Con la sua compagna in attesa di un bambino, Mendy ha bisogno di un lavoro, poiché il sussidio di disoccupazione non sarà sufficiente per la sua nuova famiglia, e si rivolge ad un centro per l’impiego. Svanito definitivamente il sogno di diventare un calciatore professionista? Assolutamente no. Lo dimostra la sua risposta al consulente del Cpi che gli chiede cosa voglia fare per vivere: “Calcio”. Poco importa che il consulente sia di altro avviso, Edouard al suo sogno ci tiene, ci tiene davvero tanto, e lo protegge. Incoraggiato dalla sua famiglia, Mendy mentre cerca lavoro ricomincia ad allenarsi con il Le Havre, gratuitamente. Un anno di sacrifici aspettando una nuova occasione, poi nell’estate 2015 i suoi sforzi vengono premiati.

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L’Olympique Marsiglia cerca un giovane portiere da far crescere nella squadra riserve. Ted Lavie, compagno di Mendy al Cherbourg, fa il suo nome al preparatore dei portieri dell’OM, Dominique Bernatowicz. La chiamata stavolta arriva. Il senegalese, carico e determinato come non mai, si presenta a Marsiglia e si guadagna l’ingresso nel club, firmando un contratto per un anno. Edouard non gioca in prima squadra, ma ha la possibilità di allenarsi con Steve Mandanda, icona del Marsiglia e della Nazionale francese. Al termine dell’annata, in cui Mendy disputa 8 gare con la squadra B in quarta divisione, l’OM gli propone il rinnovo, ma il gigante di Montivilliers declina l’offerta, deciso a trovare lo spazio necessario ad affermarsi.

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Si fa avanti il Reims, squadra di seconda divisione con un interessante progetto per il ritorno in Ligue 1. Edouard accetta e parte come riserva di Johann Carrasso, percependo uno stipendio di 6.000 euro al mese. Alla prima partita del campionato 2016-17 però, dopo soli 5 minuti, Carrasso esce a valanga sull’attaccante dell’Amiens Thinan e viene espulso. È il momento di Edouard, che entra e fa vedere di cosa è capace. L’allenatore Michel Der Zakarian, colpito dalle sue prestazioni, nel resto della stagione lo schiera in altre 7 gare, con Carrasso che si accomoda in panchina. L’anno dopo le gerarchie vengono definitivamente sovvertite e Mendy, con 18 clean sheets, è fra i protagonisti della promozione dello Stade Reims in Ligue 1. Edouard corona così il suo sogno, arrivando a giocare nel massimo campionato professionistico francese, ma il bello deve ancora venire.

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L’avvio di stagione è strepitoso: 8 clean sheets nelle prime 12 partite, nessuno in Europa fa meglio di lui. Dimostra inoltre di saperci fare anche con i piedi, per la gioia del tecnico David Guion che ama costruire il gioco dal basso. Quanto fatto vedere in campo gli vale la chiamata della Nazionale del Senegal, con cui Edouard esordisce il 17 novembre 2018 nella vittoria contro la Guinea Equatoriale.
Alla fine del campionato per acquistare Mendy c’è la fila, una fila che ricorda quella che ha dovuto fare lui in attesa di un colloquio al centro per l’impiego nel momento più difficile della sua vita. A spuntarla è il Rennes, con cui il portiere senegalese disputa un’altra grande stagione.

Una saracinesca per i Blues

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Nell’estate del 2020 il Chelsea ha bisogno di un portiere ed affida la ricerca alla sua vecchia gloria Petr Cech. L’ex numero 1 dei Blues rivolge la sua attenzione verso il Rennes, la squadra in cui giocava prima di passare al Chelsea, decidendo di far fare il suo stesso percorso a Mendy. Pagato quasi 25 milioni di euro, il senegalese diventa l’estremo difensore africano più costoso di sempre. Il campionato nel frattempo è iniziato ed il titolare dei Blues Kepa Arrizabalaga sembra essere ormai entrato in un tunnel di prestazioni deludenti del quale non si vede la fine; non va tanto meglio con il suo vice, il 39enne Willy Caballero. Il tecnico Frank Lampard dà quindi subito fiducia a Mendy, che debutta il 29 settembre nella sconfitta del Chelsea ai rigori (dopo l’1-1 dei tempi regolamentari) contro il Tottenham in EFL Cup. Il 3 ottobre, all’esordio in Premier League contro il Crystal Palace, il senegalese resta imbattuto; non è che l’inizio. Il 20 ottobre è il momento della prima apparizione in Champions. Edouard, per nulla intimorito, anzi caricato dal prestigio della competizione, sfodera una parata da urlo intercettando un colpo di testa di Gudelj deviato dal difensore dei Blues Zouma. Un intervento dopo essere stato preso in controtempo, come solo i grandi sanno fare. Sullo 0-0 finale c’è la firma del portierone di Montivilliers.

Mendy para la conclusione di Gudelj deviata da Zouma (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)

Quattro giorni dopo è la volta della sfida di Premier League con il Manchester United, mai una partita banale. All’Old Trafford Mendy, schierato ancora titolare, si prende nuovamente la scena ed è ancora lui ad inchiodare la partita sullo a 0-0 con due splendidi interventi su Rashford, un volo per respingere un tiro a giro ed una difficile deviazione di piede su un diagonale rasoterra.
Le clean sheets, marchio di fabbrica di Mendy sin dagli anni del Reims, tornano ad essere una consuetudine per il Chelsea come non lo erano dai tempi dello stesso Cech. Per trovare un altro gol subito dal senegalese bisogna aspettare addirittura il 7 novembre, più di un mese dopo il suo esordio, ed è comunque una rete ininfluente nel 4-1 rifilato allo Sheffield United.
L’attualità parla di numeri impressionanti: 9 clean sheets in 13 presenze fra campionato e coppe.
A sfoderare queste cifre da autentica saracinesca è un ragazzo di 28 anni che sin da giovanissimo ha faticato tanto per diventare un professionista.
Un ragazzo che ha vissuto cocenti delusioni ed ha saputo ripartire da zero quando tutto sembrava perduto.
Un ragazzo che ha protetto il suo sogno, l’ha inseguito e l’ha realizzato.