Personaggi – Dominik Szoboszlai, un gioiello in rampa di lancio
Quando il 4 luglio 1954 l’arbitro inglese Ling fischiò la fine del “Miracolo di Berna”, la finale dei Mondiali vinta a sorpresa per 3-2 dalla Germania Ovest sull’Ungheria, nessuno immaginò che quella sarebbe stata l’ultima recita in un torneo per la grande Ungheria. Due anni dopo infatti, la rivolta ungherese causò la fuga dal Paese dei calciatori magiari più forti. Finiva così la storia dell’Aranycsapat, la Squadra d’oro, una delle squadre più forti di sempre, rappresentata da giocatori del calibro di Ferenc Puskás, Gyula Grosics, Nándor Hidegkuti, Zoltán Czibor e Sándor Kocsis. Da quel momento la scuola ungherese, fucina di giocatori di talento e di grandi allenatori come Árpád Weisz, Lajos Czeizler e Béla Guttmann si è andata via via spegnendo. Per sempre? No, perché dopo i primi segnali di rinascita agli Europei 2016, l’Ungheria oggi ha sfornato un nuovo talento che sta deliziando gli amanti del calcio: Dominik Szoboszlai.
Figlio d’arte
Centrocampista duttile di grande tecnica, Dominik nasce a Székesfehérvár il 25 ottobre del 2000. È il padre Zsolt, giocatore del Polgárdi VS, a farlo appassionare da subito al calcio portandolo alle sue partite. A 3 anni Dominik ha già il pallone tra i piedi, a 6 inizia a giocare per il Fehérvár, club della sua città natale.
Passa solo un anno ed entra nell’accademia Főnix-GOLD, gestita da suo padre, un posto perfetto per crescere. Nelle partitelle dell’accademia infatti vengono adottate regole particolari per migliorare la tecnica individuale: il portiere non può effettuare lanci lunghi, quindi tutti devono imparare a costruire un’azione dal basso; le squadre hanno le stesse maglie e si riconoscono dal colore delle fasce per capelli indossate dai giocatori, invogliati così a giocare a testa alta.
Una scuola del genere affina il talento di Szoboszlai, rendendolo un giocatore dall’impressionante abilità tecnica. Se ne accorge l’MKT Budapest, che lo acquista nel 2015, e se ne accorge soprattutto il Red Bull Salisburgo, a cui è sufficiente visionarlo in un’amichevole tra l’Ungheria under-17 e i pari età della Svizzera per decidere di portarlo in Austria.
Una volta arrivato, Dominik viene girato al Liefering, club satellite del Salisburgo che milita in seconda divisione. Un modo per permettergli di giocare senza troppa pressione, di trovare continuità, ma anche di maturare. Il giovane magiaro infatti ha bisogno sia di irrobustire un fisico ancora esile, sia di acquisire la professionalità e la mentalità vincente dei grandi campioni, abituandosi a lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi. Szobo, come viene soprannominato, è un diamante da sgrezzare e al Salisburgo sanno come si fa. L’ambizione e la forza di volontà del giocatore fanno il resto.
Dominik chiude la stagione 2017-18 con un bottino che parla chiaro: 10 gol e 7 assist in 33 presenze con il Liefering, 1 rete e 6 assist nelle 6 partite con il Salisburgo under-19 in Youth League e, ciliegina sulla torta, esordio con il Red Bull Salisburgo dei “grandi”.
Subito in evidenza
La stagione successiva vede Szoboszlai ancora al Liefering, ma è solo questione di tempo. 6 gol e 4 assist in 9 partite sono il segnale che il momento è arrivato; a gennaio 2019 Dominik passa al Red Bull Salisburgo.
Giocare con i “grandi” però non vuol dire solo Bundesliga, il massimo campionato austriaco, vuol dire anche Europa League.
La prima grande vetrina per Szobo arriva il 14 marzo 2019, nella sfida contro un Napoli forte del 3-0 dell’andata.
Bastano pochi minuti per lasciare il segno: al 25′ Szobo intercetta un passaggio di Allan e serve a Dabour l’assist per l’1-1. Il resto della partita, vinta 3-1 dagli austriaci, vede una grande prestazione di Dominik, non solo in fase offensiva ma anche in fase di possesso e di costruzione della manovra.
Pochi giorni dopo arrivano la prima convocazione in Nazionale ed il debutto in Slovacchia-Ungheria 2-0.
Il classe 2000 inizia inesorabilmente ad imporsi. La pressione e l’attesa di un intera nazione che dopo tanti anni vede la possibiltà di avere nuovamente un campione non lo toccano minimamente.
Nella città di Mozart ogni prestazione di Dominik è una sinfonia, un elegante accostamento di passaggi precisi, accelerazioni e rallentamenti nella circolazione della palla, protezione della stessa, progressioni, supporto ai compagni in uscita e giocate illuminanti.
A fine stagione Szobo, oltre ad aver vinto campionato e coppa nazionale, ha messo a referto 20 presenze, 5 gol e 6 assist con la nuova maglia, uno score più che soddisfacente.
Nell’estate 2019 a Salisburgo arriva un altro talento pronto ad esplodere: il suo nome è Erling Braut Haaland. Il centravanti norvegese è il partner ideale per Szoboszlai, un macchina da gol pronta a mettere in rete i suoi assist. Jesse Marsch, nuovo allenatore dei biancorossi, predilige una manovra offensiva basata su una serie di rapidi scambi rasoterra. Dominik è un elemento chiave nel sistema, dominatore a centrocampo.
La squadra va forte e ben figura anche in Champions League, dove Szobo contro il Genk trova il suo primo gol nella massima competizione europea.
È nato un leader
Gennaio 2020 segna una svolta per Szoboszlai: le cessioni di Haaland e Minamino privano il Salisburgo di due elementi di grande valore ed il giovane ungherese è chiamato ad prendere in mano la squadra. A neanche 19 anni può essere un ruolo complicato, ma non per Dominik, che ha già dimostrato di non avvertire minimamente la pressione e la responsabilità. Szobo non solo si erge a leader dei biancorossi, ma avanzando la sua posizione grazie alla partenza di Minamino diventa il padrone assoluto della trequarti, trovando a ripetizione la via del gol o dell’assist. I calci di punizione poi sono un’occasione per mostrare a tutti di cosa è capace il suo piede destro.
È la stagione dell’affermazione per il giovanotto di Székesfehérvár, che mette a referto 12 gol e 18 assist in 40 partite in tutte le competizioni, rivincendo campionato e coppa nazionale. Il gol più bello è la magia contro lo Sturm Graz: veronica per liberarsi al limite dell’area e conclusione rasoterra dritta nell’angolino. Semplicemente fantastico. Le grandi squadre mettono quindi gli occhi su di lui: lo cerca a più riprese il Milan, poi il Napoli, ma non se fa nulla.
Szobo resta a Salisburgo ed inizia la nuova stagione come aveva terminato la precedente: disegnando calcio. In Bundesliga nelle prime 7 partite trova 6 gol ed un assist, in Champions League in 3 gare segna 2 volte, una delle quali contro l’Atletico Madrid, in coppa nazionale nel 3-0 contro il St. Pölten è assoluto protagonista con 3 assist. A ciò vanno aggiunti come sempre passaggi e giocate da rifarsi gli occhi.
La sfida più importante si presenta però il 12 novembre, nello spareggio fra Ungheria ed Islanda per la qualificazione all’Europeo del 2021.
La partita è combattuta, si affrontano due fra le rivelazioni degli Europei 2016. Nel primo tempo apre le marcature Sigurdsson con una punizione che Gulácsi non trattiene, all’87’ un flipper in area islandese porta al pareggio di Négo. Sembrano ormai certi i supplementari, ma ecco che al 92′, dopo una clamorosa occasione per gli islandesi, la palla finisce a Szoboszlai, a metà campo. L’uomo più chiacchierato del momento, al centro di incessanti voci di mercato, a 20 anni si carica un’intera nazione sulle spalle e parte palla al piede. Dominik va, va, porta a spasso gli avversari, arriva al limite dell’area, si accentra e tira. GOL.
Tutta l’Ungheria esulta con lui, due volte.
La prima, perché ha appena conquistato la qualificazione agli Europei.
La seconda, perché dopo decine di anni bui ha trovato un nuovo gioiello.
E questo è solo l’inizio!