Parma retrocesso: autopsia di un fallimento clamoroso

Krause

Con la sconfitta di ieri sera contro il Torino per 1-0, il Parma è retrocesso in serie cadetta. Un fallimento inaspettato ed anche molto doloroso per la squadra ducale, visti i piani della nuova dirigenza statunitense, capitanata da Kyle Krause, erano quelli di riportare i giallo blu ai fasti di un tempo.

Sembrano davvero lontani e nostalgici i tempi in cui il Parma di Nevio Scala si faceva onore in Europa con la coppa delle coppe  vinta nel 93 e la coppa Uefa vinta contro la Juventus, nel 95. Ora però sembrano riaffacciarsi i periodi bui, anche se, a differenza di anni passati, la proprietà americana sembra molto solida e non c’è il rischio di fallimento come in altre gestione dei primi anni 2000.

UNA DISFATTA ECONOMICA

Ovviamente non c’è solo il fallimento sportivo, a questo si affianca una mala gestione economica, frutto di investimenti che non hanno dato il risultato sperato. Non è servita nemmeno una vecchia conoscenza in panchina, quel Roberto D’Aversa richiamato a gennaio nel tentativo di “resuscitare” un Parma sempre più indirizzato verso l’inferno della serie cadetta.

Gli errori, però, non risiedono nella scelta dell’allenatore, ma nello sperpero di denaro durante una stagione. Sono 100 i milioni investiti in un Parma che doveva raggiungere una salvezza tranquilla, almeno per quest’anno, e pianificare un futuro roseo.

100 milioni di investimenti tra l’acquisto di Inglese, pagato 14 milioni, più la coppia Karamoh – Mihaila, pagata complessivamente 16 milioni. Spese aumentate con il riscatto di Grassi e gli acquisti di Hernani, Osorio, Busi e Brunetta, costati altri 27 milioni. Errori di gestione  che forse si pagheranno anche nella prossima stagione.

Nonostante questo, però, Kyle Krause vuole ritornare subito nella massima serie e ricominciare a far sognare i tifosi gialloblu, anche grazie alle sue capacità di investimento, che purtroppo fin qui non si sono ancora visti Questa dovrà solo rappresentare una caduta, imprevista, propedeutica però ad un futuro roseo.