Fin qui la stagione del Parma è stata alquanto travagliata: 17 partite senza mai trovare la vittoria hanno senza dubbio segnato la squadra che è stata di Liverani prima e di D’Aversa poi. Quest’ultimo ha ritrovato un gruppo scosso, orfano di tutte le certezze che nelle stagioni precedenti lo avevano caratterizzato.
D’Aversa ci ha messo qualche settimana per entrare in sintonia con una squadra completamente nuova, rimaneggiata sotto l’aspetto psicologico soprattutto. Serviva consapevolezza dei propri mezzi e il tecnico sembra averla recuperata. Come? Affidandosi alla freschezza di chi voleva dimostrare le proprie capacità, scendendo in campo senza tantissime pressioni e con il semplice desiderio di fare la differenza.
In particolare parliamo di Karamoh, di Man, di Mihaila, di Osorio e di tutti quei giovani che in maniera quasi disinteressata sono scesi in campo per vincere, non focalizzandosi più di tanto sulla situazione drammatica di classifica. Il Parma è ripartito dalla spensieratezza dei suoi gioielli, affidandosi poco all’esperienza di chi comunque, in un modo nell’altro, è sempre presente. In particolare Sepe, Kucka, Kurtic ed Hernani hanno preso in mano la situazione, ergendosi a leader e cercando di guidare i tanti ragazzi verso una lotta salvezza serrata ed equilibrata. Per Man e compagni questa corsa per non retrocedere è probabilmente il percorso più emozionato e complicato della loro carriera fino a questo momento, ma forse loro neanche ne sono a conoscenza.
A differenza delle molteplici realtà italiane, il Parma per salvarsi deve farsi trasportare dalla spensieratezza e dall’incoscienza di questi giovani gioielli, pronti a dare il tutto per tutto indecentemente dal risultato. Già da questa sera, in uno scontro diretto e decisivo con il Genoa, un’avversaria tosta da affrontare ma assolutamente da battere. Il Parma ha 19 punti, a -4 dal Torino con una partita in meno, nulla è ancora deciso.