Che il Paris Saint Germain sia stato costruito per questo non lo abbiamo di certo scoperto ieri sera. Ciò che è mancato negli ultimi anni ai parigini è stato forse l’alone di magia che ieri avvolgeva il Parco dei Principi in una serata davvero magnifica.
Una partita spettacolare giocata alla grande dalla squadra di Pochettino, tutta dribbling e fantasia, poco dedita alla fase difensiva e soprattuto a tratti in bambola anche a causa dell’assenza di due colossi come Marquinhos e Verratti, determinanti per la fase di non possesso.
La qualificazione arrivata con il Bayern Monaco potrebbe esser vista sotto molte sfaccettature: dalla rivincita per la finale persa alla consacrazione di Mbappè, dal desiderio di incidere di Neymar ad un traguardo (2 semifinale di Champions consecutive) che in Francia mancava dai tempi dello storico Marsiglia. Finalmente è stato abbattuto il mito del classico Paris Saint Germain che spende tanto ma che alla fine non raggiunge i risultati.
Un altro risultato è arrivato all’insegna di un’essenza sudamericana che ha si è di fatto stabilità con prepotenza all’ombra della Torre Eiffel. La concretezza manca e si è visto chiaramente anche ieri sera: tantissime occasioni create e neanche un gol segnato. Un gol che avrebbe dato in pratica la sicurezza della qualificazione ma che invece non è arrivato tenendo tutti sulle spine fino all’ultimo secondo.
Il Paris Saint Germain è diventato questo, un fabbrica di calciatori dalle qualità eccelse, capaci di creare una scintilla anche su un terreno gelido come quello dell’Allianz Arena. Il Paris Saint Germain ha imparato a farsi trasportare dai campioni presenti nella propria rosa, tanto da arrivare nuovamente tra le prime quattro d’Europa ed essere di fatto una delle candidate principali per la vittoria finale.
In pochi se lo aspettavano, in molti erano scettici, ma alla fine il Psg è arrivato dove voleva diventando probabilmente una squadra che tutti desideravano diventasse.