Pochettino

JBAutissier/Panoramic

Leggendo soltanto il titolo potreste rimanere probabilmente sorpresi, sopratutto se avete osservato con attenzione il primo tempo giocato dal Psg nella semifinale d’andata di ieri contro il Manchester City.

Psg: approccio troppo perfetto

I parigini sono apparsi infatti praticamente perfetti, forse fin troppo. L’approccio frenetico, sopratutto sotto l’aspetto fisico, ha probabilmente influito poi sul secondo tempo disastroso offerto dalla squadra di Mauricio Pochettino. I primi 45 minuti giocati su livelli stratosferici hanno poi avuto un effetto negativo sulla seconda frazione, dove il Psg appariva chiaramente in affanno rispetto al Manchester City.

Pur senza fare nulla di eccezionale, la compagine di Guardiola ha messo sotto i francesi con tanta facilità e naturalezza, non solo per merito proprio. Quasi in maniera spontanea il City è emerso mentre il Psg si è fatto da parte, stanco e spossato dopo una prima frazione giocata su ritmi estenuanti. L’idea di Pochettino era probabilmente quella di incanalare subito il match sulla strada giusta, ma l’euforia e la frenesia iniziale hanno lasciato ben presto spazio alla stanchezza e al nervosismo.

Un nervosismo che ha portato alla sciagurata espulsione di Gueye e una stanchezza che ha invece influenzato gli errori di lettura su entrambi i gol subiti. Due gol dettati da due episodi banali che a certi livelli è difficile soltanto pensare di subire.

La voglia di chiudere il discorso e di qualificarsi già mentalmente per la seconda finale consecutiva di Champions League ha giocato un brutto scherzo ad un Paris Saint Germain che adesso si ritroverà a rincorrere per non abbandonare un sogno che dopo i primi 45 minuti di ieri sembra essere tutt’altro che fantasia. Toccherà gestire bene le forze in vista del ritorno, capire i determinati momenti della partita e affidarsi poi naturalmente alla qualità disarmante di Neymar, Mbappé e Di Maria. Solo in questo modo si potrà dare vita ad una rimonta tutt’altro che impossibile.