L’ex difensore di Milan, Real Madrid e Roma, Christian Panucci, ha rilasciato una lunga intervista ad As, in cui ha parlato del suo passato e del momento delle sue ex squadre. Ecco le sue parole, riportate da Tuttomercatoweb.
Sulla sua situazione attuale
“Non alleno da due anni, dall’esperienza come CT dell’Albania. Ora mi sto prendendo del tempo per godermi la vita e sto bene. È stata una bella esperienza in un Paese molto difficile. Mi sono divertito anche se i risultati non sono stati molto buoni. Era difficile perché l’Albania aveva appena disputato il suo primo Europeo…”.
Com’è stata l’esperienza al Real?
“Giocare per il Real Madrid è come fare un film a Hollywood. È il massimo per un professionista del calcio. È il club più importante del mondo. Ho ricordi indimenticabili, abbiamo vinto tutto: Liga, Champions League, Intercontinentale. Un ricordo che resterà nel cuore. E poi sono stato il primo e unico italiano a vincere la Champions con il Real Madrid. Mancava da 32 anni, abbiamo regalato una grande gioia ai madridisti”.
Cosa ne pensi del possibile acquisto di Mbappé e della stagione del Real?
“Non so se Mbappé arriverà. Oggi è uno dei tre migliori giocatori del mondo e diventerà il migliore. Anche Haaland è uno dei più forti ma deve ancora dimostrare tanto. La stagione del Real? Ha un grande allenatore, è primo in campionato e ha battuto il PSG agli ottavi di Champions. Non si può chiedere di più.”
Capello è stato un riferimento.
“È stato l’allenatore della mia vita, l’ho trovato in tutte le squadre. Un uomo molto importante per me, siamo ottimi amici. Ci è voluto pochissimo tempo per convincermi a venire al Real Madrid. Ho detto subito di sì”.
Qualche anno fa dicesti che il Real non avrebbe dovuto lasciar andare Theo Hernandez.
“Penso che come terzino sinistro sia il migliore di tutti”.
Chi è stato il calciatore più forte con cui hai giocato?
“Van Basten. Il nostro Milan è stata la squadra migliore della storia. Sacchi e Capello hanno vinto tutto. Capello è stato uno dei migliori allenatori della storia. Sapeva scegliere i giocatori e gestirli bene. I risultati parlano per lui. Grazie a lui il Real ha vinto la settima Champions, fu lui a costruire quella squadra”.