Ozil, l’epilogo con l’Arsenal è lo specchio di tutta l’avventura
Mesut Ozil, dopo quasi 8 anni di Gunners, passa al Fenerbahçe tornando a “casa”. Un finale agrodolce che, da un certo punto di vista, riflette ciò che è stato il suo lungo percorso ad Highbury. Il trequartista tedesco, di origine turca, lascia l’Arsenal dopo esser passato progressivamente da “acquisto più costoso della storia dei Gunners” a “esubero da collocare sul mercato”. Nel suo ‘sacco’ Ozil porta con sé otto trofei, conquistati con l’Arsenal dal 2013 ad oggi. 4 FA Cup e 4 Community Shields. Continuità di vittorie ma, al contempo, nessun successo davvero importante, come auspicavano i tifosi londinesi quel 2 settembre del 2013, quando uno dei giocatori della squadra dell’anno UEFA del 2013, approdava nel Borough of Islington di Londra.
Cosa resta di Ozil all’Arsenal? Sicuramente tanto affetto e, a tratti, rimpianti. La prima sensazione è che, quel talento cristallino del Real Madrid, non sia mai davvero arrivato a Londra ma, verosimilmente, abbia lasciato spazio ad una versione più “normale”, meno esplosiva. Ozil lascia in dote 44 gol e 77 assist in 254 presenze complessive con la maglia dei Gunners. Notti da ricordare, difficilmente, verranno mai menzionate. La piazza ricorderà più le cifre record dei suoi rinnovi, piuttosto che una serata storica su cui il tedesco abbia apposto la firma.
Rinnovo aureo, rendimento altalenante
Già. Perché talvolta, nei momenti decisivi, Ozil ha “voltato le spalle” alle ambizioni dell’Arsenal. Basti rievocare la sera del 19 febbraio 2014, quando agli ottavi di Champions League, sbagliò un rigore decisivo contro il Bayern Monaco. Che dire delle 59 partite saltate per infortunio. Oppure la stagione 2016/17, quando, nella prima parte sfoggiò ancora quella classe che aveva fatto innamorare Wenger, per poi esser rimpiazzata da un finale di stagione assolutamente sottotono. Il giocatore più costoso, nonché quello più pagato, quando nel 2018 firma un rinnovo da quasi 20 milioni di euro all’anno. Termina la sua esperienza da fuori rosa, da emarginato, proprio lui che arrivò nella veste del fenomeno pronto a lasciare il segno. Numeri altalenanti che, a tratti convincono, in altri momenti danno sempre la sensazione che il vero Ozil, a Londra, non si sia mai davvero visto. Ed è così che, la storia, termina esattamente come è stata vissuta: tra piccoli sorrisi ma tanti rimpianti.
Il saluto di Mustafi e Wenger
Qualcosa sicuramente ha lasciato. In 8 anni non può essere altrimenti. Lo saluta con le lacrime agli occhi Mustafi che, quasi, attribuisce al gruppo le responsabilità della mancata ‘esplosione’ di Mesut Ozil all’Arsenal: “Fratello. Sei stato il calciatore più generoso col quale abbia mai condiviso lo spogliatoio. In campo e fuori. Sarai sempre ricordato come il Re degli assist. Sfortunatamente noi come squadra non siamo stati in grado di aiutarti nel momento in cui tu ne hai avuto più bisogno. Ti auguro il meglio. Lo auguro a te e alla tua famiglia”. Non è da meno Wenger, il suo ex allenatore: “Mesut Ozil è un ragazzo che ha bisogno di un ambiente caldo. E in Turchia lo troverà meglio che in qualsiasi altro posto. È un giocatore in grado di fornire palloni agli attaccanti, che fanno vincere le partite. Se ci riuscirà di nuovo potranno vincere il campionato. Lo seguirò con grande attenzione.
Un’esperienza in chiaroscuro, contraddistinta anche da momenti di scontro come quello della querelle sul taglio degli ingaggi. È andata così. Ora Ozil chiuderà la sua ultima parte di carriera ad Istanbul, lontano da pressioni ed obiettivi altisonanti. Per ritrovare quel piacere di giocare a calcio. Piacere che, dalle parti di Londra, non sono riusciti a godersi appieno.