L’Inter sta ancora festeggiando il suo 19esimo scudetto conquistato matematicamente con quattro giornate di anticipo. Dopo la vittoria di Crotone per 2-0 firmata da Eriksen e Hakimi, il Sassuolo ha regalato il tricolore ai nerazzurri fermando sull’1-1 l’Atalanta al Mapei Stadium. Conte e i suoi ragazzi hanno dunque dato inizio alla festa rompendo il dominio della Juventus lungo nove anni e spezzando un digiuno che durava ancora addirittura dal 2010. L’ultimo scudetto infatti era arrivato con Jose Mourinho seduto in panchina nell’anno del famoso triplete nerazzurro con l’allenatore portoghese che aveva portato a cinque gli scudetti consecutivi dell’Inter, tre sotto la gestione Mancini e due sotto la gestione Mourinho. Ma cosa hanno in comune Mancini, Mourinho e Conte? Lele Oriali.
E’ Lele Oriali la figura chiave dei nerazzurri. L’ex centrocampista dell’Inter ha vestito la maglia nerazzurra dal 1970 al 1983 vincendo due scudetti e due Coppe Italia nel suo periodo a Milano. Un ex giocatore che conosce l’ambiente dunque e che, divenuto first team technical manager, sa come funziona una squadra e come si vive all’interno dello spogliatoio. Ecco perché figure come Roberto Mancini, Jose Mourinho e Antonio Conte, che non sono proprio le ultime arrivate nel mondo del calcio, si sono messe al proprio fianco Oriali.
L’ex bandiera nerazzurra è stata ed è la persona ideale per gestire i rapporti tra società, allenatore e squadra, sia dal punto di vista delle comunicazioni sia dal punto di vista umano. La stagione dell’Inter non è stata semplice dal punto di vista societario con tante voci legate ai mancati stipendi pagati e a tanta incertezza legata alla proprietà Suning ed è qui che Oriali è stato fondamentale. La sua figura ha infatti tenuto l’ambiente spogliatoio (e Conte) concentrati sul lavoro da fare senza arrecare preoccupazioni e creare malumori nella squadra. Due cose, alla lunga, l’Inter avrebbe potuto pagare ma che non ha pagato e il merito, come detto, è solo di Lele Oriali. Conte-Oriali, l’alchimia perfetta.