Federico Chiesa: un murales in suo omaggio a Roma
La Chiesa al centro del villaggio (On a remise l’église au milieu du village) è un detto molto conosciuto a Montbéliard, zona est della Francia e si usa per spiegare come le cose si siano messe a posto e nella loro giusta proporzione. L’espressione è legata alla forte cultura luterana che è ancora forte in quelle zone dove la “chiesa” ha il significato di “comunità”, un sostantivo facente parte di quel sottoinsieme inglobato in quel “gruppo” vera forza di questa nazionale.
Il proverbio viene usato spesso nel mondo dello sport francese quando si ottiene una vittoria che riabilita da un periodo di appannamento e nel nostro caso dopo l’esclusione dal Mondiale del 2018.
Un murales in omaggio all’esterno azzurro
Federico Chiesa in ginocchio su una mappa con la Coppa di Euro 2020 in una mano e nell’altra la bandiera italiana con su scritto: “Football is our game”. Dopo gli azzurri in ginocchio a Monti e Mourinho in vespetta nella zona di Testaccio, quello di Chiesa è l’ennesimo murales capolavoro dell’artista Harry Greb che continua a colorare e dare vivacità a tutti gli angoli di Roma.
#Chiesa e l'Italia, la vittoria dell'Europeo diventa un #murale a Roma https://t.co/oCxNLGiFSn pic.twitter.com/jb3EijQdKa
— Corriere dello Sport (@CorSport) July 16, 2021
Chiesa al centro della Juventus
Federico Chiesa ha vissuto un mese da grande protagonista nella spedizione che ha portato alla vittoria degli azzurri di Euro2020. La sua prima stagione in maglia bianconera è stata molto positiva a livello personale e alcune big d’Europa hanno iniziato a corteggiarlo, mentre la Juve lo blinda e punta a metterlo al “centro del villaggio” del nuovo corso di Allegri. Una Juventus con un Ronaldo che attrae per il nome e un Dybala che attrae per quel numero dietro la maglia e per la speranza continua di vederlo ad altissimi livelli con continuità, Chiesa ne diventa la base fondamentale di una “struttura” che vista la stella assoluta deve essere solida senza nemmeno poter avere la possibilità di vacillare. Il nuovo corso juventino non deve per forza di cose ancorarsi alle logiche del passato, seppur vincenti, perché la struttura non può sempre essere ristruttura ma a volte c’è il bisogno di ripartire da zero. Perché è innegabile che la stagione 20/21 ha segnato la vecchia signora e che la situazione economica pandemica ha avuto delle conseguenze. Conseguenze nascoste in minima parte dalla vittoria di Supercoppa e Coppa Italia, perché magari comunque la si veda il successo c’è stato, ma nell’ambiente juventino la voglia di vincere è maniacale e a tratti parossistica, per dna e storia della società.
Il ruolo chiave in Nazionale
Anche in Nazionale Chiesa è e continuerà ad essere una pedina fondamentale e, data l’età, icona azzurra dei prossimi anni assieme alla gigante presenza di Donnarumma.