Nuovo stadio di Milano, Moratti: “Il Meazza va benissimo, basterebbe metterlo a posto”
Massimo Moratti, ex patron dell’Inter, proprio non ci sta all’idea dell’abbattimento dello stadio di San Siro per fare spazio ad una nuova struttura. “No all’abbattimento di San Siro per costruire un nuovo stadio per Inter e Milan”. E’ stata questa la frase centrale della lunga intervista che Moratti ha rilasciato a La Repubblica, riguardo l’argomento “nuovo stadio” di Milano.
Il suo legame con il Meazza
“Quello è uno stadio con una sua storia che è parte della storia di Milano ed è fatta anche di sentimenti. Perché Inter e Milan dovrebbero continuare a giocarci? Perché San Siro è lo stadio degli stadi, un impianto che è sempre stato considerato ottimo per vedere le partite. Certamente mi dispiacerà quando verrà demolito, ma non perché penso che sia un monumento intoccabile. Per i tifosi e anche sotto il profilo sportivo il Meazza va benissimo, al limite basterebbe metterlo a posto“. – continua – “È un’operazione che interessa più le società per motivi economici e finanziari e il Comune dal punto di vista urbanistico. Non conosco i conti dei club, ma avranno fatto i loro calcoli e trovato una convenienza. Per il resto, non mi sembra che la gente non ci dormisse la notte senza un nuovo stadio. Io ne avrei fatto a meno, sì“.
Un pensiero per i tifosi
“Ah guardi, non credo che il nuovo stadio stia particolarmente a cuore ai tifosi. Non ho sentito nessun appassionato dire ‘se non si fa è un disastro’. Ai frequentatori di San Siro, e parlo non solo di chi segue il calcio ma anche di chi va a vedere i concerti, la vita non cambierà. Naturalmente capisco le esigenze di modernizzazione, anche se per i tifosi, sinceramente, non mi sembra rappresentino un problema. In ogni caso si potrebbe sempre ristrutturare l’esistente perché è uno stadio fantastico“.
Sul vecchio progetto del 2008
“Ma quella era un’impostazione diversa. Allora si pensava a realizzare due stadi e, visto che non c’era la certezza di chi tra Inter e Milan sarebbe rimasto a giocare a San Siro, ognuno studiava soluzioni alternative per conto proprio. Però si trattava di fare un secondo impianto, tra l’altro più piccolo, continuando a mantenere in vita il Mezza. Nessuno pensava di demolirlo“.