Non tutti omaggiano Maradona: la protesta della calciatrice Paula Depena
La morte di Maradona è stata accompagnata in tutto il mondo da manifestazioni d’affetto e da ricordi calorosi, in memoria di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Non tutti però la pensano così, e non dimenticano il lato oscuro del compianto fuoriclasse argentino.
È quello che ha fatto Paula Depena, 24enne calciatrice del Viajes Interrìas, squadra di terza divisione femminile spagnola. La Depena, durante il minuto di silenzio per Maradona prima della partita contro il Deportivo La Coruna, ha deciso di voltare le spalle rispetto alle altre giocatrice, in segno di protesta. Una presa di posizione forte, per lamentare la disparità di trattamento tra Maradona e le donne vittima di violenza.
Paula Depena ha poi motivato le ragioni di questo gesto in un’intervista ad un giornale locale. Queste le sue parole: “Per le vittime di violenza non si è osservato un solo minuto di silenzio; quindi, ovviamente, non ero disposta a osservare un minuto di silenzio per un aggressore e non per le vittime. Ho detto che mi sono rifiutata di mantenere quel minuto di silenzio per una persona che definisco stupratore, pedofilo, e molestatore e ho deciso di sedermi sul campo voltando le spalle. Ecco perché l’ho fatto.
Le mie compagne di squadra mi guardavano e sorridevano perché sapevano che non l’avrei osservato. Pochi giorni fa, nella Giornata contro la violenza verso le donne, non ci sono state iniziative di questo tipo, quindi io non sono disposta a farlo per lui. Per essere un giocatore, devi essere innanzitutto una persona e avere dei valori, al di là delle capacità sportive che possedeva, che sappiamo fossero spettacolari”.
Parole destinate a far discutere quelle della giovane calciatrice; che però si difende dalle accuse di mancanza di rispetto nei confronti dei tantissimi che in questi giorni hanno pianto la morte di Maradona. “Non penso di aver mancato di rispetto a nessuno, mi sono seduta per terra e sono rimasta zitta. Avrei potuto gridare e rompere il minuto, ma ho rispettato tutti quelli che volevano farlo”.
Un gesto forte, ma assolutamente pacifico; allo scopo di far riflettere anche sulla condizione femminile, troppo spesso vittime di violenze e abusi, e che meriterebbero maggiore considerazione.