31 agosto 2017. Parigi, nei pressi del 16° arrondissement si festeggia. Si celebra, ci si lascia andare all’euforia. La gioia incontenibile di chi sa di aver scritto la storia. Nessun match, nessun gol, nessun trofeo. Il 31 agosto 2017, il Paris Saint Germain riscrive i comandamenti del calciomercato moderno. Sono passati circa 28 giorni. Neymar, nel tumulto di una Barcellona che si riscopre vulnerabile economicamente, ha lasciato la Catalogna per approdare a Parigi. La beffarda clausola da 222 milioni, sancita dagli azulgrana, trova un altrettanto beffardo signore con il portafoglio pieno che, in pochi giorni, decide di pagarla e chiudere l’acquisto più costoso della storia del calcio. “Hai fatto 30, ora fai 31”. Mentre l’Europa si “indigna” e si interroga, relativamente all’efficacia degli strumenti Uefa in materia di competitività finanziaria, il Psg chiude un altro colpo: Kylian Mbappè: 180 milioni. Il rinnovo della ricchezza, il costo delle superstar, Mbappé e Neymar scrivono la storia prima ancora di mostrarsi al Parco dei Principi.
Ad esser precisi. I dettagli del trasferimento del francese, appena prelevato dal Monaco, sono “curiosi”. Il Psg chiude l’operazione in prestito con diritto di riscatto. Prestito gratuito e opzione di acquisto fissata a 145 milioni, con altrettanti 35 di bonus. L’opzione, tecnicamente facoltativa, diventa obbligatoria qualora i francesi conquistino la salvezza in campionato. Meglio tutelarsi, non si sa mai. In sostanza, esulando dagli aspetti burocratici e annosi di qualche clausola ad hoc, l’Europa calcistica scopre che non vi sono più limiti alla ricchezza. In 28 giorni, il Vecchio Continente vede un singolo club movimentare quasi 400 milioni di euro. Il doppio della media dei fatturati, prodotti dalle top-6 società di Serie A. “Appena” 100 milioni in meno, della media fatturati delle top-6 di Premier League, il campionato più ricco al mondo.
Neymar percepirà circa 3,06 milioni di euro lordi al mese. Vale a dire, 36,72 milioni di euro lordi annuali, circa 28 netti. Un po’ più “povero” il francese: per Mbappè, l’accordo contrattuale prevede un ingaggio da quasi 2 milioni di euro lordi al mese. Il francese ex Monaco guadagna circa 18 milioni netti in una stagione.
Cifre da capogiro che, di fatto, rivoluzionano la dimensione delle nuove superstar del calcio. Certo, quel genere di ingaggi non era nuovo. Specie se si pensa, relativamente agli affari costosi, alle operazioni che portarono Pogba al Manchester United o Bale al Real Madrid. Ma, il pensiero comune di quell’estate era: “Se un club può impegnare 400 milioni in una sessione di mercato, qual’è il limite?”. Se una società può spendere il 63% del proprio fatturato in 28 giorni, quanto costerà acquistare dei campioni in futuro? Domande senza risposta, ovviamente, è il gioco del mercato. Domanda e offerta.
Da quel 2017, sono passati tre anni. Si è arrivati a questo strano e sinistro 2020. Un anno condizionato dalla pandemia che, di fatturati, non ne capisce molto. Men che meno di superstar, di ingaggi, di obiettivi legati alla Champions League. La pandemia, o meglio dire, il Covid-19 non ha tempo da perdere dietro all’economia. Sarà per questo che l’ha messa in ginocchio, a livello globale. Sta di fatto che, mentre il Covid continua la sua corsa, i contratti esistono e vanno rivisti. Sia Neymar che Mbappé, firmarono un contratto quinquennale. Ciò implica che, tra due stagioni, i due giocatori saranno liberi. E se il Covid non guarda in faccia nessuno? Perché dovrebbero farlo due superstar assolute del calcio mondiale? Due superstar che, in tutto il loro talento, hanno scoperto che non esistono limiti? Che tipo di rinnovo potranno accettare Neymar e Mbappé?
Stamane, la prima pagina de L’Équipe, in merito al rinnovo dei due big, si domandava: “A qualunque costo?”. Perché, adesso, non sarà facile per Leonardo parlare con i giocatori, ancora peggio con coloro che li rappresentano, coloro che sono abituati a gestire il loro patrimonio. Come si convince l’oro a valere di meno, usando come argomento che anche il rame ha perso di valore. Sarà una trattativa complessa, anche perché ovviamente le pretendenti non mancano. Se Neymar, in pectore, sogna un magico ritorno nella Barcellona che, lo ha consacrato nel calcio europeo, il francese non ha mai nascosto il sogno di approdare al Real, per essere allenato da un idolo come Zidane e, inevitabilmente, raccogliere l’eredità di Cristiano Ronaldo. Perché, dalle parti di Madrid, un vero erede ancora non l’hanno trovato. In Francia parlano di “complesso rompicapo”, loro che sanno bene cosa sta portando il Covid, come si sa bene dalle parti dell’Italia e degli altri paesi europei. Leonardo, nelle settimane scorse, ha provato a portare ottimismo: “Nelle prossime settimane, intensificheremo i contatti. Ci sono molte situazioni che dobbiamo risolvere, abbiamo già fatto qualche chiacchierata”. Il dirigente brasiliano è chiamato ad un atto epico, come epico fu quell’acquisto ma stavolta niente retorica. Niente poesia dorata. Stavolta si parla di soldi, crudi soldi. Mentre il contesto è drammatico. Neymar e Mbappé accetteranno le proposte di rinnovo? Come farà Leonardo a convincere l’oro che, di questi tempi, dovrà essere “meno dorato?”. “Non v’è denaro nella poesia, ma del resto non v’è nemmeno poesia nel denaro.” Robert Graves.