Quella di Stephan El Shaarawy è una storia semplice, che però vale la pena di raccontare. Il padre, Sabri, dopo la laurea in Psicologia al Cairo, nel 1982 decide di emigrare in Italia, a Savona, dove conosce Lucia, anche lei laureata, in Infermieristica. Lavora alla Asl della città, ed è la madre di Stephan, nato il 27 ottobre 1992, e cresciuto in Liguria in una famiglia attenta e premurosa, come ha spesso avuto modo di raccontare.
Il soprannome, il Faraone, gli deriva dalle origini egiziane del padre, ma El Shaarawy è italiano, italianissimo: è uno dei tanti italiani di seconda generazione, che sono il sale del multiculturalismo che fanno ricca l’Italia. Il calcio, come per qualsiasi bambino, si affaccia prestissimo nella vita di Stephan, che per il pallone è decisamente portato. Tanto che nel 2001 il suo allenatore, ai tempi del modesto Ruffinengo di Legino, lo propone alla Juventus. Ha 9 anni, e la Vecchia Signora non intravede il talento che, due anni dopo, colpisce invece gli osservatori del Genoa.
È ancora un bambino quando apre la sliding door più importante: da lì al professionismo la strada è lunga e faticosa, ma “con la testa sulle spalle”, come dice lui, tutto è possibile. E infatti, nel dicembre 2008 esordisce in Serie A: ha 16 anni, ed è solo un assaggio di ciò che sarà. Anche da un punto di vista tattico, El Shaarawy è un giocatore in divenire. Ama giocare esterno, ma nella stagione che lo consacra al grande calcio, la 2010/2011, nel Padova, in Serie B, fa il trequartista. Chiude con 7 reti, ed è senza dubbio il giovane più interessante del panorama calcistico italiano.
In estate, arriva l’offerta, irrinunciabile, del Milan. A 18 anni è già in vetta alla piramide del calcio italiano, e alla prima stagione dimostra di poterci e saperci stare. Chiude con 28 presenze e 4 reti la sua prima stagione in Serie A, ed in quella successiva si prende il palcoscenico anche in Europa. L’annata 2012/2013 chiude con 46 presenze e 19 reti, ed intanto per Stephan El Shaarawy si spalancano anche le porte della Nazionale.
Il 2013, però, si rivelerà un anno terribile. Falcidiato dagli infortuni, incostante, spesso sostituito ed ancor più spesso in panchina, il Faraone scivola in una spirale in cui resterà per due interminabili stagioni. L’ultimo anno al Milan (2014/2015) si rivedono sprazzi di El Shaarawy, ma qualcosa si è rotto, ed i rossoneri accettano l’offerta del Monaco. Quella in Ligue 1 è solo una parentesi fugace, qualche mese senza lampi, ma abbastanza per ritrovare la forma. Ed una nuova avventura in Serie A, con la maglia della Roma.
Nella Capitale arriva a gennaio 2016 e, tra alti e bassi, si rivela una delle scommesse vinte dalla presidenza Pallotta. In giallorosso rimane tre anni e mezzo, mettendo insieme, alla fine della sua avventura, 139 presenze e 40 reti, prima di volare in Cina. Nel 2019, lo Shanghai Shenhua offre 16 milioni di euro alla Roma ed altrettanti a lui, all’anno, per tre anni. Una di quelle offerte davvero difficili da rifiutare.
Nonostante la lontananza, e le poche presenze in maglia Azzurra degli ultimi anni, Mancini ha dimostrato di continuare a puntare su El Shaarawi che, intanto, potrebbe tornare in Italia già a gennaio. E proprio alla Roma, con cui, nell’ultima sessione di mercato, si è solo sfiorato…