Nati oggi: Samuel Eto’o, l’uomo dei triplete
Il 10 marzo 1981, a Nkon, quartiere periferico di Yaoundé, capitale del Camerun, nasce Samuel Eto’o. Inizia a giocare a calcio, nel suo Paese, con l’UCB Douala, prima di arrivare in Spagna, nel 1996, nel settore giovanile del Real Madrid. Con la maglia del Real Madrid B non riuscirà mai a scendere in campo, e nella stagione 1997/1998 va quindi in prestito al Leganés, in Segunda Divisiòn. Rientra quindi nella Capitale, ma solo per qualche mese, a gennaio del 1999 va infatti in prestito all’Espanyol, con cui non gioca praticamente mai. La svolta della sua carriera arriva esattamente un anno dopo, nel gennaio del 2000, quando lascia definitivamente il Real e si accasa al Mallorca.
Qui, Samuel Eto’o mette in mostra tutto il suo talento: attaccante rapido e letale, vive stagioni in crescendo, culminate con la vittoria della Copa del Rey nel 2003. L’annata successiva, in cui segna 22 reti tra tutte le competizioni, è quella della definitiva consacrazione. Nell’estate del 2004, così, passa al Barcellona, che sta costruendo l’ossatura della nuova squadra, fatta di giovani canterani e talenti da tutto il mondo, da Ronaldinho a Deco. In blaugrana Eto’o è subito protagonista: i suoi gol saranno decisivi per la vittoria della Liga 2005. Ma il bello deve ancora arrivare.
Eto’o ed i triplete con Barcellona e Inter
La stagione successiva è quella della doppietta Liga-Champions League, sotto la guida di Rjikaard, impresa persino migliorata nel 2009. Quando, con Guardiola in panchina, arriva il triplete Copa del Rey-Liga-Champions League. E pensare che l’estate precedente il neo allenatore blaugrana aveva messo Eto’o sul mercato, senza trovare un compratore. Il camerunense lo “ripaga” con la sua stagione migliore in termini realizzativi: 36 reti stagionali, che diventano 100 nel tridente da record con Henry e Messi. Il momento di lasciare Barcellona, però, è arrivato, e nel 2009 va all’Inter, nello scambio che porta in Catalunya Zlatan Ibrahimovic.
A Milano, Mourinho lo reinventa esterno, a supporto della punta Diego Milito: un’intuizione felice. E, tatticamente, fondamentale nella costruzione della squadra che, a fine stagione, vincerà il triplete. Il secondo consecutivo per Samuel Eto’o, l’unico a riuscirci, e ancora una volta da protagonista assoluto. All’Inter resta un’altra stagione, vincendo solo una Coppa Italia, prima di cedere alle lusinghe – e ai milioni – dei russi dell’Anži, dove resta fino al 2013. Quando, un po’ a sorpresa, firma per il Chelsea, dove ritrova Mourinho. Dopo una stagione tutto sommato discreta, condita da 12 reti, passa all’Everton, dove resta appena sei mesi, prima di firmare per la Sampdoria.
Quella di Eto’o è, evidentemente, una parabola calante, e nell’estate del 2015 lascia di nuovo l’Italia per volare in Turchia, all’Antalyaspor. In Süper Lig gioca fino al 2018, quando si trasferisce in Qatar, per un’ultima stagione prima di appendere definitivamente le scarpe al chiodo. Con la Nazionale del Camerun Samuel Eto’o ha scritto pagine importanti, vincendo due volte la Coppa d’Africa (2000 e 2002) e le Olimpiadi di Sydney (2000). Della sua Nazionale è il recordman di reti segnate: 56 in 118 partite giocate.