Il 27 dicembre 1950, a Torino, nasce Roberto Bettega. Figlio di migranti veneti, entra nelle giovanili della Juventus da bambino, facendo tutta la trafila in bianconero. Nel 1969, viene spedito in prestito al Varese, a farsi le ossa, su espressa richiesta dell’allenatore dei lombardi, Niels Liedholm. Dalla prima esperienza nel calcio professionistico, rientra a Torino un calciatore fatto e finito. Ancora giovanissimo, Bettega ha tutte le qualità per stare nell’attacco della Juventus. La prima stagione, tra campionato e coppe, gioca 46 partite. segnando 22 reti.
L’anno successivo, dopo un avvio strepitoso, da 10 reti in 14 partite, è costretto a fermarsi per un principio di tubercolosi. Scende in campo l’ultima volta a gennaio del 1972, con la Juve lanciatissima verso lo scudetto, poi vinto a maggio. Con la malattia, Bettega ha dovuto fare i conti sin da inizio carriera, e ne limiterà sempre le prestazioni. Torna in campo la stagione successiva, e nonostante le sue medie realizzative si abbassino sensibilmente, dà comunque un contributo importante sia in Italia che in Europa. La Juve vince di nuovo lo scudetto e arriva per la prima volta nella sua storia, in finale di Coppa dei Campioni, perdendo contro l’Ajax.
Nelle due stagioni seguenti, Bettega continua a segnare poco, ma questo non gli preclude la prima convocazione in Nazionale. Siamo nell’estate del 1975, e dopo aver abdicato per un anno, alla Lazio, la Juve conquista di nuovo lo scudetto. E Fulvio Bernardini decide finalmente di puntare sul talentuoso attaccante torinese. Che, nel frattempo, è al centro della nuova Juventus targata Giovanni Trapattoni, arrivato nel 1976 per aprire un nuovo ciclo vincente. Che porta subito a Torino il primo trofeo continentale, la Coppa Uefa, vinta nel 1977 battendo in finale gli spagnoli dell’Athletic Bilbao. Bettega segna la rete dell’1-2 finale, fondamentale per la conquista della coppa. E in campionato, stravinto con il record di 51 punti sui 60 disponibili, tocca le 17 reti stagionali, tornando, anche numericamente, al livello che gli compete.
Sia nel 1977 che nel 1978, dopo lo strepitoso Mondiale di Argentina, chiuso dalla Nazionale di Bearzot al terzo posto, e il quinto scudetto con la Juve, Bettega arriva quarto nella classifica finale del Pallone d’Oro di France Football. Tra il 1976 e il 1978, fu l’attaccante azzurro più prolifico, con 16 reti in 19 partite. Con la Juve, gli anni successivi, vincerà altri due scudetti, nel 1981 e nel 1982.
Un grave infortunio patito a novembre del 1981 in una partita di Coppa dei Campioni gli preclude la possibilità di partecipare ai Mondiali del 1982. Salta quasi tutta la stagione, e in quella successiva, anche per l’età, non è più un titolare insostituibile. Nel 1983, così, lascia la Juventus, dopo 490 partite e 179 reti (di cui appena 6 su calcio di rigore). Chiude la carriera a Toronto. dove gioca altri due anni, prima di tornare, in vesti dirigenziali, alla Vecchia Signora.