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Nati oggi: Pietro Vierchowod, lo Zar della Sampdoria

Il 6 aprile 1959, a Calcinate, in provincia di Bergamo, nasce Pietro Vierchowod. Il padre, un militare ucraino dell’Armata Rossa, imprigionato prima a Bolzano, poi a Pisa e Modena, alla fine della Seconda Guerra Mondiale decide di restare in Italia. Ed è qui che nasce e dà i primi calci al pallone il figlio, che a 14 anni entra nella Romanese, squadra dilettantistica della bergamasca. Nel 1976, lo nota il Como, con cui firma il suo primo contratto da professionista. Esordisce in Serie B nel 1987, in quella che, per i comaschi, sarà la stagione della retrocessione in Serie C1. Qui, Vierchowod disputa la sua prima annata da titolare, centrando prima la promozione in Serie B, poi il doppio salto in Serie A.

Gioca un’annata decisamente convincente, mettendo in mostra tutte le sue qualità, tecniche, fisiche ed atletiche. Nell’estate del 1981 lo compra la Sampdoria, che lo gira in prestito alla Fiorentina. Con Pietro Vierchowod al centro della difesa e Antognoni a illuminare il gioco, la Viola sfiorerà lo scudetto. Si guadagna, a suon di prestazioni, le prime convocazioni in Nazionale, e pur senza mettere mai piede in campo sarà nella rosa degli Azzurri al Mondiale di Spagna del 1982. Al suo ritorno finisce di nuovo in prestito, questa volta alla Roma, dove vince lo scudetto da assoluto protagonista.

Tornato a Genova, il presidente Mantovani lo trattiene alla Sampdoria, che sta costruendo una squadra con ambizioni importanti. In blucerchiato Pietro Vierchowod rimane dodici stagioni, confermandosi come uno dei migliori difensori centrali del campionato. Negli anni si troverà ad affrontare i migliori calciatori della sua generazione, su tutti Maradona e Van Basten, che per lo Zar spenderanno sempre bellissime parole. Del resto, è quasi impossibile superarlo, e gioca con una continuità di rendimento impressionante. Nel 1985 la Sampdoria vince il suo primo trofeo, la Coppa Italia, e nel 1986 in panchina arriva Vujadin Boškov. Sarà la svolta: il tecnico serbo, con Vialli, Mancini e Vierchowod, saranno la spina dorsale di quella Samp capace di vincere la Coppa delle Coppe nel 1990, lo Scudetto nel 1991 e sfiorare la Coppa dei Campioni nel 1992, piegata da una magia di Koeman a pochi minuti dalla fine.

Per Pietro Vierchowod è l’apice di una carriera che, a 33 anni, è tutt’altro che al termine. Nel 1995, lasciata la Sampdoria, firma per la Juventus, per dare l’assalto a quella Champions League che lo assillava da anni. Obiettivo ambizioso, ma centrato al primo tentativo, scendendo in campo nell’undici titolare nella finale contro l’Ajax. A fine stagione, lasciato libero dal club bianconero, firma per il Milan, alle prese con l’infortunio di Franco Baresi. Sarà una stagione senza grossi squilli, alla fine della quale firmerà per il Piacenza, dove gioca le ultime tre stagioni. Si ritira nel 2000, a 41 anni compiuti, dopo aver vinto tutto e saltando pochissime partite.

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Published by
Piermichele Capulli