A Laguna Larga, nella provincia di Còrdoba, nel cuore dell’Argentina rurale, il 15 novembre 1993 nasce Paulo Dybala. A dieci anni entra nelle giovanili dell’Instituto Atlético Central Córdoba, dove si guadagna il soprannome che lo accompagna ancora oggi: la Joya, il gioiello. Con l’Instituto gioca una sola stagione, nel 2011/2012, in Primera B Nacional, la seconda serie argentina. Chiude il campionato con 38 presenze e 17 reti, ben lontano dai radar del grande calcio, ma non da quelli del Palermo.
In Sicilia arriva senza fanfare, nell’estate del 2012, a 18 anni, notato dall’impresario Gustavo Mascardi , che lo consiglia al DS rosanero Sean Sogliano. Il Palermo lo paga 12 milioni di euro, una cifra record per la società di Zamparini. Nella sua prima stagione, mette in fila 28 presenze e tre reti, che non eviteranno la retrocessione alla squadra. Mette in mostra i primi segnali del giocatore, ancora acerbo, che sarà: mancino puro, dotato di grande tecnica, giostra sul fronte dell’attacco come prima o seconda punta.
La stagione in Serie B serve a Dybala per farsi le ossa ed imporsi nel calcio italiano, che conquista definitivamente l’anno successivo. La stagione 2014/2015 il Palermo è di nuovo in Serie A, e la Joya, sotto la guida di Beppe Iachini, trova continuità non solo nelle presenze, ma soprattutto nella capacità di andare in rete. In coppia con Belotti segna 13 reti in campionato, tra dribbling fulminanti e giocate da vero campione.
È tempo di fare un salto di qualità, e nell’estate del 2015 accetta la corte della Juve, che versa nelle casse del Palermo 32 milioni di euro. A prendersi la scena, Paulo Dybala ci mette davvero poco, e già nella prima stagione tocca le 23 reti complessive. L’apice, almeno a livello internazionale, lo tocca l’anno successivo, stagione 2016/2017. Nella gara d’andata dei quarti di finale di Champions League contro il Barcellona segna due dei tre gol con cui la Juve liquida i blaugrana.
Con la cessione di Paul Pogba, eredita la maglia numero 10, che nei bianconeri hanno vestito miti del calcio come Del Piero e Platini. Nella stagione successiva raggiunge il suo record di gol, sia in campionato (22) che complessivi (26), e vince il suo terzo scudetto e la sua terza Coppa Italia consecutive. Nel 2018, a Torino arriva Cristiano Ronaldo, che con Paulo Dybala darà vita ad una delle coppie, almeno sulla carta, più forti e meglio assortite del calcio mondiale.
Il primo anno di convivenza, per l’argentino, corrisponde con un crollo della vena realizzativa. Gioca più per la squadra che per sé, ma emergono problemi di collocazione tattica che ancora oggi, dopo due anni, ben tre allenatori hanno fatto fatica a risolvere. Problemi, in forma diversa, patiti anche in Nazionale, dove non ha ancora raggiunto la centralità che, per qualità ed età, merita.