Nati Oggi: Nani, campione di Manchester
Il 17 novembre 1986, ad Amadora, nella cintura urbana di Lisbona, nasce Luís Carlos Almeida da Cunha: Nani. Muove i primi passi nel Real Sport Clube, quando lo notano gli scout dello Sporting Lisbona, nel 2003. Centrocampista offensivo, rapido, brevilineo, con una grande visione di gioco e della porta, arriva in prima squadra nel 2005, a 18 anni. Nella prima stagione, tra campionato e coppe, ha subito un impatto formidabile, segnando 5 reti in 36 presenza complessive. Nella seconda fa ancora meglio, con 6 reti in 40 presenze. È giovanissimo, ma Alex Ferguson, dalla panchina del Manchester United, ha occhi dappertutto, e un fiuto raro per i campioni del futuro.
Alla fine della stagione 2006/2007 i Red Devils versano nelle case dello Sporting 16 milioni di sterline, e Nani si trasferisce in Inghilterra. Il primo anno trova subito una sua collocazione e una certa continuità, sia in Premier che in Champions League. Alla fine della stagione, trionferà in entrambe, dando un contributo decisivo nella finale di Mosca contro il Chelsea. Entrato solo nei supplementari, al posto di Wayne Rooney, Nani si prende la responsabilità di calciare, e segnare, il quinto rigore, che tiene in vita i Red Devils dopo l’errore di Cristiano Ronaldo.
Resta a Manchester fino al 2014, vincendo altre volte la Premier e sfiorando un’altra Champions League, nel 2009. In finale contro il Barcellona, però, resterà in panchina per tutta la partita. Sono stagioni di alti e bassi, il portoghese non è mai un titolare inamovibile, e la rosa del Manchester United, in quel momento, è tra le più ricche ed importanti al mondo. Decide di tornare a casa, allo Sporting Lisbona, prima di riprendere il volo verso nuove avventure calcistiche. Che lo porteranno in Turchia, con la maglia del Fenerbahce, Spagna, dove giocherà con il Valencia, e Italia, per una parentesi alla Lazio.
Oggi, dopo essere tornato un’altra volta a “casa”, è la stella di Orlando City, nella MLS. Con la nazionale del Portogallo è il quinto giocatore più presente di sempre, a quota 112 gare. Comprese le più importanti, giocate da protagonista, quelle della fase finale dell’Europeo 2016, vinto in finale contro i padroni di casa della Francia, con la fascia di capitano al braccio.