Nati oggi: Lorenzo Insigne, l’ultima bandiera napoletana
Lorenzo Insigne oggi festeggia trentun anni, e questo mese di giugno può essere decisivo nella sua carriera. Insigne si appresta ad affrontare l’Europeo con l’Italia, competizione dove sarà forse uno degli uomini-chiave per il ct Mancini. Ma il capitano del Napoli dovrà sciogliere anche il nodo del suo rinnovo di contratto, forse l’ultimo importante della sua carriera. Nei prossimi giorni, vedremo se la trattativa con De Laurentiis si risolverà con un matrimonio definitivo o con una clamorosa rottura.
Insigne, nato a Frattamaggiore il 4 giugno 1991, ha speso praticamente tutta la sua carriera nel Napoli. Entrato a 15 anni nel settore giovanile, esordisce in prima squadra nel gennaio 2010 con Walter Mazzarri. Ma decisivo nel suo percorso di maturazione sarà un vecchio santone boemo, Zdenek Zeman, con il quale gioca un bienno tra Foggia e Pescara. Con Zeman Insigne segna 37 reti tra C e B, si guadagna la promozione in Serie A con gli abruzzesi e si fa notare dagli addetti ai lavori nazionali e internazionali, insieme ai compagni Verratti e Immobile.
Insigne è un esterno offensivo brevilineo, di grande tecnica e velocità. Ha una notevole abilità nel dribbling e nel creare superiorità numerica, e queste sue caratteristiche sono esaltate in un gioco posizionale e offensivo. Non a caso, se Zeman è stato importante nella sua crescita, con Maurizio Sarri a Napoli Insigne trova la consacrazione ai massimi livelli. Infatti, dopo tre stagioni altalenanti dal suo rientro con gli azzurri nel 2012 fino al 2015, con l’allenatore toscano Insigne alza il suo rendimento personale. Si impone come titolare inamovibile e forma, prima con Higuain e poi con Dries Mertens, un tridente offensivo completato da Callejon che fa sognare Napoli. Un terzo posto, due secondi posti, uno scudetto giocato fino all’ultimo. Ma l’agognato scudetto non è arrivato, e la bacheca di Insigne con i partenopei contiene solo due Coppe Italia e una Supercoppa italiana.
L’affermazione di Insigne a Napoli non coincide pienamente con quella in un’altra maglia azzurra, quella della Nazionale. Se dal febbraio 2019, con il trasferimento di Marek Hamsik in Cina, viene nominato capitano del Napoli per il suo esser uomo-simbolo, l’Europeo prossimo è per l’attaccante il primo nel quale avrà una centralità tattica e tecnica. Già parte, come riserva, della disastrosa spedizione di Brasile 2014 e di Euro 2016, Insigne avrà forti problemi di posizionamento tattico sotto la gestione Ventura. Il culmine di questo equivoco si avrà nel doppio spareggio-qualificazione contro la Svezia. Quasi sempre titolare (e poco brillante) durante le gare del girone, a Stoccolma nella sconfitta degli Azzurri gioca meno di mezz’ora. A Milano, rimane in panchina mentre lo 0-0 sancisce l’eliminazione dell’Italia. Ora, la centralità nell’11 italiano, e una stagione da 19 reti in campionato. Che siano di buon auspicio.