Nati oggi: Kalidou Koulibaly, il muro di Napoli
Kalidou Koulibaly nasce il 20 giugno 1991 a Saint-Dié-des-Vosges, un piccola cittadina nel nord-est della Francia e a pochi chilometri dal confine con la Germania, da genitori senegalesi arrivati lì prima della sua nascita. Cresce nel quartiere popolare di Kellermann, dove passa interi pomeriggi a giocare a calcio nel campetto sintetico vicino casa. È qui che si forma il primo Koulibaly, quello spensierato ma con le idee già chiare: da grande vuole diventare un calciatore.
Cresciuto tra il Saint-Dié e il settore giovanile del Metz, a 19 anni è stabilmente il prima squadra e nel giro delle nazionali giovanili francesi. Di Koulibaly, oltre alla fisicità impressionante, colpisce la rapidità che ha nell’apprendere gli insegnamenti, nel correggere i suoi difetti. È concentrato sul suo unico obiettivo: migliorare. Anni dopo, sotto la guida di Maurizio Sarri al Napoli, si avrà riprova di ciò, che lo porterà ad essere tra i migliori difensori in circolazione.
Dopo due anni in prima squadra al Metz, passa in Belgio, al Genk. Qui conquista rapidamente la titolarità e vive due ottime stagioni, condite dalla partecipazione all’Europa League. Il processo di crescita sta continuando vertiginosamente e diversi club si sono interessati a lui. La spunta il Napoli che lo acquista nell’estate 2014 per circa 8 milioni di euro: una cifra considerevole vista l’età e il campionato di provenienza, la Pro League.
Se Kalidou arriva in Italia è grazie al grande lavoro di scouting della società partenopea e, in particolare, dell’allenatore Rafa Benítez che lo martella di chiamate sin dal dicembre precedente. Inizialmente crede sia uno scherzo e riattacca il telefono più volte, cosa di cui si scuserà diverse volte con il mister. Nel classico ritiro pre-campionato di Dimaro, il franco-senegalese impressiona tutti con la forza e l’atletismo messo in campo. Ma la prima stagione a Napoli non è esaltante: la squadra chiude al quinto posto, e Kalidou subisce la concorrenza di Britos.
La stagione seguente è quella dell’approdo nella città partenopea di Sarri. L’allenatore toscano è un maniaco della tattica, lavora tantissimo su ogni singolo giocatore in rosa. Koulibaly è tra quellli che ne beneficiano di più. Nel 4-3-3 di Sarri la sua presenza è fondamentale. La coppia titolare formata con Raúl Albiol è davvero completa: il primo è rapido e perfetto nei recuperi, il secondo è brillante nel saper mantenere la posizione. E se il senegalese migliora di giorno in giorno è anche grazie all’esperto compagno che si ritrova accanto ogni domenica. Con Sarri, il Napoli produce un gioco votato al possesso palla e alle verticalizzazioni. In questo contesto tattico, Koulibaly diventa una sorta di regista difensivo, specialmente quando il vero creatore della squadra, Jorginho, è pressato da una marcatura asfissiante.
Giocatore veloce, agile, imperioso nei duelli aerei, con una buona tecnica individuale, una forza fisica impressionante e la determinazione dell’uomo guida. In 7 stagioni a Napoli alza due soli trofei, la Coppa Italia 2020 e la Supercoppa Italiana 2014, ma si impone come difensore di fascia top, per certi aspetti il migliore del campionato. Sempre con Sarri, va vicino allo scudetto nel duello con la Juventus di Allegri. Nel 2017-2018 gli azzurri fanno 91 punti in campionato, e Koulibaly segna il gol vittoria nello scontro diretto contro i bianconeri. A quattro giornate dal termine, c’è un solo punto di distanza tra Juventus e Napoli grazie anche al difensore senegalese. Ma la favola si spezza una settimana dopo: il Napoli crolla a 3-0 a Firenze, la Juventus vince, si riporta a +4 e chiude il discorso scudetto.