Nati oggi: Juan Sebastiàn Veròn, la Brujita del centrocampo

Nati oggi: Juan Sebastiàn Veròn, la Brujita del centrocampo

(Photo by Marcos Brindicci/Getty Images)

Il 9 marzo 1975, a La Plata, nasce Juan Sebastiàn Veròn, uno dei centrocampisti più tecnici e fantasiosi che l’Argentina abbia mai visto giocare. Cresce nell’Estudiantes, club nel quale aveva giocato il padre, da cui eredita anche il soprannome che lo accompagnerà per tutta la carriera: Brujita. La “streghetta”, in realtà, si rivela presto un mago, capace di giocare tra le linee e mandare in rete i compagni con facilità disarmante. Difficile da ingabbiare in un ruolo, ma dietro le punte dà il meglio di sé, pur amando prendere palla dal basso e gestire la manovra. Esordisce nel 1973 in Segunda Divisiòn, ma la stagione successiva è già un punto fisso dell’Estudiantes nel massimo campionato argentino.

Nel marzo del 1996 Juan Sebastiàn Veròn passa al Boca Juniors, dove in pochi mesi conquista le attenzioni di diversi club europei. Arriva prima la Sampdoria, che in estate lo porta in Italia, alla corte di Sven-Göran Eriksson. Dopo due ottime stagioni in blucerchiato, è il Parma di Tanzi, nel 1998, ad acquistarlo: in Emilia vince una Coppa Uefa e una Coppa Italia. Dopo una sola stagione, passa alla Lazio, dove ritrova Eriksson, e vive due anni ricchi di successi, culminati con lo scudetto del 2000.

Nel 2001 finisce la prima parentesi italiani di Juan Sebastiàn Veròn, che per la cifra monstre di 80 miliardi di lire va al Manchester United. Il feeling con Sir Alex Ferguson non sarà dei migliori, ma al suo secondo anno vince comunque il campionato. Resta in Premier un altro anno, al Chelsea, voluto fortemente da Ranieri, giocando pochissimo e incidendo ancora meno. Ci pensa l’Inter, nel 2004, a riportarlo in Italia, dove gioca due discrete stagioni, vincendo – a tavolino – lo scudetto del 2006.

Perso il giro della Nazionale ormai da qualche anno, nell’estate del 2006 Juan Sebastiàn Veròn torna a a casa all’Estudiantes. In Argentina, la Brujita si regala una seconda giovinezza, guidando la sua squadra all’incredibile vittoria della Copa Libertadores del 2009. In mezzo, anche due campionati Apertura, quello del 2006 e quello del 2010. Si ritira dal calcio giocato una prima volta nel 2012, ma l’addio definitivo arriva solo nel 2014, quando diventa presidente dell’Estudiantes.