Nati Oggi: John Terry, la bandiera di Stamford Bridge
Il 7 dicembre 1980, a Londra, nasce il difensore inglese più forte della sua generazione: John Terry. Cresciuto nelle giovanili del West Ham, a soli 15 anni passa al Chelsea, di cui diventerà capitano e uomo simbolo. Pur avendo ammesso, candidamente, a inizio carriera, di tifare Manchester United. Poco male, perché il destino per Terry ha un piano ben preciso: in Blues resta fino al 2017, alzando al cielo ogni trofeo immaginabile, ad eccezione del Mondiale per Club.
Fuori dal campo, quella di Terry è una vita tumultuosa e a volte scandalosa, ma non al punto da ostacolarne, neanche per un momento, la crescita in campo. Esordisci in prima squadra nel 1998, ma è dal 2000 che diventa un punto fisso della squadra, ad appena 20 anni. Il merito è di Ranieri, che lo piazza al fianco del capitano Marcel Desailly. Negli anni successivi, con l’arrivo di Roman Abramovič alla guida del Chelsea, arriva Mourinho, dal Porto Campione d’Europa, a sostituire Ranieri. Siamo alla stagione 2004/2005, molte cose cambiano a Stamford Bridge, ma Terry resta lì, con la fascia di capitano al braccio.
I Blues, dopo 50 anni, tornano a vincere la Premier League, con il contributo, anche in termini di gol, del suo giovane capitano. Che in quella stagione viene nominato miglior difensore della Champions League. Il Chelsea si ripete, bissando la vittoria in campionato, nel 2006. Esce però già agli ottavi in Champions, contro il Barcellona, avversario di match epici negli anni a venire. Archiviata la gestione Mourinho, la squadra entra in un periodo di stanca, tra le gestioni tutt’altro che vincenti di Grant, Scolari e Hiddink. Per rialzarsi, nel 2009, arriva Carlo Ancelotti, e il Chelsea torna subito in vetta alla Premier League.
Nel 2011, al posto di Carletto ecco André Villas-Boas, che prova ad imprimere una vera e propria rivoluzione, accantonando i senatori della squadra, compreso il suo capitano. Una pessima idea, che lo porta dritto dritto verso l’esonero. In via del tutto emergenziale, Di Matteo guiderà i Blues fino al termine del campionato. Mai decisione si rivelò più fortunata. Il Chelsea, che chiude sesto in campionato, vince da outsider la sua prima Champions League, superando ai rigori il Bayern Monaco.
Negli anni successivi, arriveranno altre due Premier, nel 2015 e nel 2017, sotto la guida ancora di Mourihno e di Conte. È anche l’anno in cui Terry, dopo 717 presenze e 67 reti, dice addio al Chelsea, chiudendo la carriera all’Aston Villa. Ben più drammatico è stato il suo rapporto con la Nazionale, chiuso nel 2012 a causa della accuse di razzismo rivoltegli dalla Federazione Inglese. Negli anni successivi, in tanti, tifosi e giornalisti, hanno spinto per un ritorno in Nazionale di Terry, per un lungo periodo capitano dei Leoni, trovando sempre le porte chiuse.