Javier Mascherano nasce l’8 giugno 1984 a San Lorenzo, in Argentina. La sua carriera calcistica inizia nel settore giovanile di uno dei club argentini più prestigiosi, il River Plate. Curiosamente, al suo esordio in prima squadra (3 agosto 2003) Mascherano ha già una presenza in nazionale, ottenuta nel luglio precedente. Mascherano, fresco campione sudamericano U20 con l’Albiceleste, è il più giovane di una formazione sperimentale provata da Marcelo Bielsa. Sarà la prima di 147 presente con la Selecciòn, di cui detiene il primato di presenze.
Ad inizio carriera il più classico dei volanti argentini, Mascherano vince subito il torneo di Clausura 2004, ripagando la fiducia del giovane tecnico Leonardo Astrada, appena ritiratosi a 32 anni. Nel 2005 viene acquistato insieme al compagno nell’U20 Carlitos Tevez dal Corinthians, dove vince il campionato brasiliano.
Presto arrivano le sirene europee. Sia Mascherano che Tevez passano al West Ham nell’estate 2006, al centro di una trattativa assai oscura. I due, sin dall’anno precedente, sono in realtà sotto la proprietà del fondo Media Sports Investments, in un palese caso di TPO. Mascherano rimarrà ben poco tra le file degli Hammers: a gennaio passa al Liverpool di Rafa Benitez.
Per il tecnico spagnolo è il compagno perfetto di Xabi Alonso, l’equilibratore che permette a Gerrard di spaziare sulla trequarti. Mascherano è già un calciatore estremamente maturo per avere soltanto ventidue anni.
Gioca la sua prima partita con i Reds nel febbraio del 2007, ma si impone come titolare fino alla rivincita di Atene, in cui però il Liverpool deve arrendersi al Milan. Milita con la squadra di Anfield per altre tre stagioni lasciando un ricordo indelebile.
Nel 2010 passa al Barcellona di Guardiola. Qui Mascherano da mediano evolve fino a ricoprire il ruolo di difensore centrale, per risolvere il problema della sua coesistenza con Sergio Busquets e far fronte ad una serie di emergenze nel reparto arretrato. In coppia con Pique, Mascherano ha conquistato la Champions League nella stessa stagione (2010-11). E a beneficiare dell’invenzione di Pep è stato poi anche Luis Enrique quattro anni dopo, con lo il nuovo triplete del 2015.
Le caratteristiche tecniche di Mascherano ne facevano un difensore ideale per i principi di gioco blaugrana. Duellatore micidiale e dalle eccellenti letture difensive, era al contempo abile nell’impostazione del gioco. L’argentino sublimava il concetto degli “undici centrocampisti schierati” professato da Guardiola, dove i giocatori si orientavano sul principio di gioco costante dell’uscita pulita e della risalita del campo mediante corti e rapidi passaggi.
Dopo aver vinto tutto con i catalani in sette stagioni e mezzo, nel gennaio 2018 va in Cina, al Hebei, per chiudere poi la carriera lo scorso novembre in patria, con la maglia dell’Estudiantes.
In nazionale la carriera di Mascherano sarà però ben più amara, dopo i successi con le selezioni olimpiche (due ori, a Pechino e Atene) e con l’under-20. Quattro mondiali e cinque Coppa America disputate, nessun trionfo vinto e ben cinque finali perse, di cui tre consecutive. Quella mondiale contro la Germania nel 2014 e le due contro il Cile nei due anni successivi in Coppa America. In più, le sconfitte contro il Brasile sempre in Coppa America nel 2004 e nel 2007. Scelto come capitano da Maradona nel 2010 (spedizione sudafricana, terminata ai quarti contro la Germania), rimane poi il vice e fedele armigero di Leo Messi. In particolare, in nazionale rimarrà a lungo nella memoria la prestazione nella semifinale del 2014 contro l’Olanda, quando una sua incredibile chiusura difensiva a tempo scaduto fermerà Robben solo davanti al portiere Romero.