Nati oggi: Jaap Stam, il gigante di Kampen
Figlio di un carpentiere e fratello maggiore di tre sorelle, Jakob (soprannominato Jaap) Stam nasce in Olanda nel 17 luglio 1972. Tifoso dell’Ajax, inizia a giocare in una piccola squadra di Kempen, il DOS. Nonostante le ottime qualità tecniche e le grandi doti fisiche, il percorso è lungo e insidioso e la prima grande chiamata arriva solo all’età di 20 anni, quando firma il contratto con lo Zwolle ed esordisce tra i professionisti. Le qualità non mancano ma un carattere fumantino lo porta spesso a scontrarsi con gli altri. Inizia, così, a peregrinare tra Cambuur e Willem II, fino al trasferimento al PSV nel 1996. Ad Eindhoven arriva la definitiva consacrazione: al suo primo anno, Stam conquista Eredivisie, Coppa d’Olanda e Supercoppa.
La crescita di Stam è esponenziale. Le prestazioni del gigante catturano l’attenzione di Sir Alex Ferguson, che nell’estate del 1998 decide di sborsare 10,6 milioni di sterline – cifra record per un calciatore olandese – per strappare il difensore al PSV Eindhoven. Al primo anno con la maglia dei Red Devils Stam conquista il ‘Treble’, ovvero vince la Premier League, la Champions League e l’FA Cup. Un’annata memorabile per il Manchester United, che stabilisce il nuovo record di 45 incontri senza sconfitta (dal 24 dicembre 1998 al 3 ottobre 1999). Il momento d’oro della squadra di Ferguson prosegue l’anno successivo, con la vittoria della Coppa Intercontinentale contro il Palmeiras e il secondo successo di fila in Premier League.
Stam resta allo United per tre stagioni. Nell’ultimo anno tra le fila dei Red Devils, l’olandese conquista il terzo campionato d’Inghilterra ma è costretto a saltare un consistente numero di partite a causa di un grave infortunio, oltre alle polemiche per le critiche a Ferguson e alcuni compagni all’interno della sua biografia. La rottura è definitiva: in estate è la Lazio ad approfittarne.
Il club di Cragnotti preleva l’olandese per 48 miliardi di lire. Durante la prima stagione, il difensore olandese gioca appena 18 partite in campionato e 5 in Champions League a causa di alcuni problemi fisici. Nell’annata successiva, quella 2002-2003, diventa un pilastro della squadra di Roberto Mancini dopo la partenza di Alessandro Nesta, ma alcune dichiarazioni rilasciate al sito della UEFA sulla proposta di Baraldi di tramutare stipendi in azioni del club vengono mal digerite da società e tifosi, incrinando i rapporti.
Stam resta alla Lazio un altro anno. Il tempo di alzare al cielo una Coppa Italia al Delle Alpi contro la Juventus. Nella sua ultima stagione in biancoceleste diventa un vero e proprio leader, ma a causa dei problemi finanziari è costretto a lasciare il club.
L’olandese va al Milan, dove ritrova gli ex laziali Nesta e Pancaro. Il ‘Diavolo’ lo annuncia il 17 maggio 2004, nel giorno della vittoria del suo 17esimo scudetto.
“Mi volevano Juve e Inter, ma scelsi i rossoneri senza pensarci. Sono cresciuto con Van Basten, Gullit e Rijkaard, non potevo rifiutare. Guardavo a destra a vedevo Kakà, Inzaghi e Nesta; a sinistra c’erano Crespo, Cafu, Maldini e Gattuso. Ancelotti era il numero uno.”
Il debutto con la maglia rossonera arriva proprio contro i biancocelesti nella Supercoppa Italiana vinta il 21 agosto. Resterà l’unico successo con il ‘Diavolo’. All’ombra della Madonnina arriva anche la delusione di Istanbul con la finale di Champions League, persa in rimonta contro il Liverpool.
“Un incubo. Nel 1999 ho vinto il ‘Treble’ con lo United, ma mi chiedono sempre cos’è successo all’intervallo col Liverpool. Circolano storie da anni, tutte false. Ancelotti ci disse di tenere alta la guardia, ma subimmo 3 gol in 6 minuti e non ci riprendemmo più”.
Nell’estate 2006 Stam passa all’Ajax, il club tifato fin da bambino. Con i ‘Lancieri’ conquista due Supercoppe Olandesi e una Coppa d’Olanda, prima di dire definitivamente stop a causa dei problemi fisici e appendere gli scarpini al chiodo. Ha poi intrapreso la carriera di allenatore. Dopo le esperienze nei settori giovanili di Zwolle e Ajax, nel 2016 è allenatore del Reading in Premier League. Poi Zwolle e Feyenoord, fino alla chiamata del Cincinnati in MLS, negli Stati Uniti, suo attuale club.
Nella carriera di Stam ci sono momenti che spiegano perfettamente il temperamento del calciatore. Come l’11 giugno 2000, quando durante Euro 2000 il difensore si fa ricucire “a crudo” un taglio vicino all’occhio in seguito a uno scontro con il ceco Jan Koller. Poi una serie di scontri sul rettangolo verde di gioco: dalle mani al collo a Pietro Parente durante un Ancona-Lazio, con la simulazione di uno strangolamento che fece il giro del mondo, ai battibecchi con Ibrahimovic, Zamorano e Gronkjaer durante le esperienze con le maglie di Milan e Manchester United.