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Nati oggi: il “soldatino” Angelo Di Livio

Nato a Roma il 26 luglio 1966, Angelo Di Livio cresce nella capitale e inizia a giocare a calcio nella squadra del suo quartiere, la Polisportiva Bufalotta. A quindici anni entra nel Settore giovanile della Roma, la squadra dove gioca il suo mito calcistico, Bruno Conti. Fa tutta la trafila e quando arriva nella Primavera vince nel 1983 il Torneo di Viareggio, e nel 1983/84 lo Scudetto di categoria. In quella squadra, oltre a Di Livio, giocano altri talenti di cui si sentirà parlare. Da Giuseppe Giannini, Stefano Desideri, fino a Fabrizio Di Mauro, Stefano Impallomeni e Paolo Baldieri. In campo dava l’anima e macinava chilometri su chilometri sulla fascia, preferibilmente quella destra. Baricentro basso e gran controllo di palla, Angelo Di Livio era un avversario scomodo per i terzini avversari, spesso disorientati dalle sue finte, e sapeva fornire assist preziosi per i suoi compagni.

Pedina imprescindibile del primo ciclo vincente di Marcello Lippi con la Juventus, è arrivato tardi nei grandi palcoscenici dopo le giovanili nella Roma e tanta gavetta. Dopo aver vinto tutto con la maglia bianconera, ha chiuso la carriera a 38 anni vestendo per 6 stagioni quella viola della Fiorentina, passando in un’estate dai Mondiali con la Nazionale alla Serie C2. Con gli azzurri ha disputato due Europei e due Campionati del Mondo. In azzurro, rimase memorabile la sua ultima presenza, quella negli ottavi contro la Corea del Sud durante i campionati del mondo 2002.

Per il suo stile di corsa, che lo porta a muovere freneticamente le sue corte braccia lungo i fianchi, tanto da somigliare ad un soldato che marcia, si guadagna il soprannome di ‘Soldatino’ affibiatogli da Roberto Baggio, con il quale sarà universalmente conosciuto.

Di Livio ha corsa, si sacrifica per la squadra e una buona tecnica di base. Sul piano fisico non convince però appieno i dirigenti giallorossi, e la Lupa, dopo qualche panchina collezionata ai tempi di Eriksson, decide di fargli fare esperienza nelle categorie minori. A 19 anni, nel 1985/86 passa così a titolo temporaneo alla Reggiana, in Serie C1, debuttando fra i professionisti. L’anno successivo disputa un bel campionato con la Nocerina (31 presenze e un goal).

Nel 1987/88 passa in comproprietà al Perugia, in Serie C2, e assieme ad un altro giovane di belle speranze, Fabrizio Ravanelli, trascina gli umbri in C1. Mette insieme 34 presenze e 3 goal, e spera che la Roma gli dia la possibilità di giocare in Serie A. Non sarà così. Di Livio è riscattato dal Perugia, poi quattro stagioni al Padova dove esplode definitivamente, fino alla chiamata della Juventus. Dal 1993 al 1999 saranno quasi 200 presenze, 3 reti e tanti trofei, come la Champions League del 1996 o i tre scudetti con Lippi. A cavallo del nuovo millennio passa alla Fiorentina, che non lascerà fino a fine carriera. Sotto il giglio scenderà fino al gradino più basso dei campionati professionistici, dopo il fallimento della società. Nel 2005, dopo il ritorno in A e la salvezza dei viola nella massima serie, si ritira a 38 anni.

 

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Published by
Federico Castiglioni