Nati Oggi: Giuseppe Bergomi, lo “Zio” nerazzurro
Il 22 dicembre 1963, a Settala, poco fuori Milano, nasce Giuseppe Bergomi, meglio conosciuto come Beppe. Dopo i primi anni nelle giovanili della Settalese, la squadra del suo paese natale, nel 1977 entra nel vivaio dell’Inter. Per i successivi 22 anni, non vestirà nessun altra maglia, se non quella della Nazionale. Curiosamente, prima di passare in nerazzurro era stato scartato per due volte dal Milan, la squadra che tifava da bambino.
Per agonismo, atletismo, doti difensive, capacità di ricoprire tutti i ruoli della difesa strega il mister Eugenio Bersellini, che lo fa esordire ad appena 16 anni, in Coppa Italia. Nella stagione 1980/1981 entra stabilmente tra i convocati in prima squadra, sia in Serie A che in Coppa dei Campioni. L’anno successivo, a 18 anni, è già titolare dell’Inter, e alla fine della stagione, tra Serie A e coppe, giocherà 38 partite, segnando 4 reti. Prestazioni che gli valgono le prime convocazioni in Nazionale. In azzurro scende in campo una sola volta prima del Mondiale, ma tanto basta a convincere Enzo Bearzot.
In Spagna vola anche “lo zio“, come verrà presto ribattezzato. Da quasi esordiente, avrà un ruolo decisivo sulle sorti del Mondiale. Al 34′ di Italia-Brasile si fa male Collovati, e Bearzot non ci pensa due volte: dentro Beppe Bergomi. Che non trema di fronte a Zico, Eder e Serginho: l’Italia, con i tre gol di Paolo Rossi, vince 3-2 e vola in semifinale. Collovati non recupera, e contro la Polonia, così come contro la Germania Ovest, toccherà ancora a Bergomi. A 18 anni e mezzo, solleva al cielo, da protagonista, la Coppa del Mondo, entrando nel mito del calcio italiano.
Dal 1988 della Nazionale Beppe Bergomi sarà il capitano, almeno fino all’avvento sulla panchina di Arrigo Sacchi. Che, ritenendolo inadatto al suo gioco, non lo convocherà mai. Dopo un’assenza di 7 anni, nel 1998, a 34 anni, Cesare Maldini decide di portarlo ai Mondiali di Francia, dove torna, per qualche partita, protagonista.
In mezzo, c’è una carriera lunghissima con l’Inter, capace di attraversare vere e proprie ere calcistiche e sopravvivere ad allenatori e presidente. In 22 anni, gli ultimi sette da capitano, ha vinto però meno di quanto si potrebbe immaginare. Un solo scudetto, quello dei record del 1989 con Giovanni Trapattoni, e tre Coppe Uefa, nel 1991, nel 1994 e nel 1998. Appende le scarpette al chiodo nel 1999, iniziando in seguito una fortunata carriera da telecronista in tv.