Il 17 marzo 1939, a Cusano Milanino, nasce Giovanni Trapattoni, bandiera del Milan e poi allenatore tra i più vincenti del dopoguerra. Cresce calcisticamente nelle giovanili del Cusano Milanino, periferia nord di Milano, prima di passare, nel 1957, al Milan. In rossonero resta fino al 1971, diventando la colonna portante del centrocampo disegnato da Nereo Rocco. Giocatore di rottura, schierato davanti alla difesa, con compiti prettamente difensivi, il Trap con la maglia del Milan vince due scudetti, due Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale. Dopo un anno al Varese, torna al Milan, dove inizia la carriera da allenatore, dalle giovanili alla prima squadra, che guida nella stagione 1975/1976 al terzo posto.
La dirigenza rossonera, però, cerca qualcosa di diverso, uno “zonista”, cosa che Giovanni Trapattoni non è. Così, si fa sotto Boniperti, che con la sorpresa di molti gli affida la panchina della Juventus. Sarà un decennio ricco di vittorie, iniziato con lo scudetto e la Coppa Uefa (il primo titolo europeo per i bianconeri) del 1977 e culminato con la Coppa dei Campioni del 1985. In mezzo, altri cinque scudetti, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa ed una Coppa Intercontinentale. Ma anche, e soprattutto, il merito di aver costruito l’asse portante di quella che sarà la Nazionale Campione del Mondo del 1982. Da Zoff a Scirea, a Cabrini a Gentile, da Tardelli a Paolo Rossi, hanno firmato tutti, chi prima chi dopo, i successi della Juve del Trap.
Lascia i bianconeri nel 1986, vincendo lo scudetto dopo un lungo testa a testa con la Roma, e si accasa all’Inter. L’avventura in nerazzurro non inizia nel migliore dei modi, con due stagioni decisamente deludenti, sai dal punto di vista del gioco che dei risultati. Poi, nel 1988, arrivano alla corte di Giovanni Trapattoni campioni come Brehme e Matthaus. E la squadra inizia a volare, conquistando dopo 9 anni lo scudetto. Le due stagioni successive, invece, l’Inter non riuscirà a ripetersi, inchinandosi prima al Napoli e poi alla Sampdoria. Lascia comunque da vincente, con la vittoria della Coppa Uefa del 1991.
Torna così alla Juventus, che vive un momento di transizione, ed in tre anni riuscirà a portare nella bacheca bianconera solo una Coppa Uefa. Nel 1994 lascia l’Italia e siede sulla panchina del Bayern Monaco, arrivando solo sesto. La stagione successiva, un po’ a sorpresa, Giovanni Trapattoni riparte dal Cagliari: una parentesi infelice, conclusasi con le dimissioni a metà stagione. Torna di nuovo al Bayern Monaco, che allenerà fino al 1998, vincendo una Bundesliga e una Coppa di Germania. Torna in Italia, sulla panchina della Fiorentina, e nel 2000 diventa Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. Non sarà una grande esperienza: al Mondiale del 2002 gli Azzurri escono agli ottavi di finale, eliminati dalla Corea del Sud, nel 2004 non superano il girone, fatti fuori da Danimarca e Svezia.
Riparte dal Portogallo, sponda Benfica, che guida alla vittoria del campionato al termine della stagione 2004/2005. La stagione successiva torna in Germania, sulla panchina dello Stoccarda, ma viene esonerato a febbraio, dopo una serie impressionante di pareggi, 12 in 20 partite. L’ultima avventura di Giovanni Trapattoni sulla panchina di un club sarà in Austria, dove guiderà il Salisburgo al titolo nel 2007 e al secondo posto nel 2008. Un titolo che fa del Trap uno dei pochissimi allenatori capaci di vincere il titolo nazionale in quattro campionati europei diversi. Ennesimo record di una carriera straordinaria, conclusa alla guida dell’Irlanda, dal 2008 al 2013, dove sfiora la qualificazione ai Mondiali del 2010, “scippatagli” dalla Francia.