Nati oggi: Giovanni Galli, dal Milan alla politica
Il 29 aprile 1958, a Firenze, nasce Giovanni Galli, il vice di Dino Zoff ai Mondiali di Spagna del 1982. Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, difende la porta dei Viola dal 1977 al 1986. In mezzo, c’è la straordinaria stagione 1981/1982, in cui la Fiorentina di Giancarlo De Sisti contese lo scudetto alla Juventus fino all’ultima giornata. Non bastarono le sole due sconfitte totali in campionato per avere la meglio nella corsa al titolo, né la qualità di Antognoni e le 18 reti del duo Bertoni-Graziani. Alla fine la spuntarono i bianconeri, per un solo punto, ma molti dei protagonisti del campionato si trovarono fianco a fianco nell’Italia che vince il Mondiale di Spagna.
Giovanni Galli, in realtà, non scenderà mai in campo, diventando titolare della porta Azzurra, dopo una lunga alternanza con Tancredi, solo nei Mondiali del 1986. Che furono deludenti sia per l’Italia che per lui. Quell’estate, comunque, per il numero uno della Fiorentina arriva un’offerta irrinunciabile. Il Milan di Silvio Berlusconi si presenta con un assegno di 5 miliardi di vecchie lire, e Galli si trasferisce a Milano. In quattro anni, è protagonista di uno dei periodi più vincenti della storia rossonera. Portiere maturo e solido, conquisterà due Coppe dei Campioni, uno scudetto, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa UEFA e una Supercoppa italiana.
Nel 1990, il Napoli, orfano di Maradona e Campione d’Italia in carica, punta su Giovanni Galli, sostituito al Milan da Sebastiano Rossi. Nei tre anni sotto al Vesuvio arriva solo una Supercoppa Italia. Nel 1993, ormai 35enne, accetta la proposta del Torino, mentre la stagione successiva va al Parma, dove farà il vice di Luca Bucci, vincendo una Coppa Uefa. L’ultima tappa della sua lunga carriera sarà vicino a casa, in Serie B, alla Lucchese. Appende i guantoni al chiodo nel 1996, e dopo aver ricoperto diversi incarichi dirigenziali, anche al Real Madrid, nel 2009 si candida a sindaco di Firenze. La coalizione di centrodestra che lo sostiene, però, non supera il 32% dei voti, arrivando comunque al ballottaggio. Che, però vince senza grande fatica Matteo Renzi, che conquista il 60% dei voti.