Nati oggi: Gaetano Scirea, il libero dolce
Gaetano Scirea nasceva il 25 maggio 1953 a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, terra d’origine della madre. Terzo di quattro fratelli, crebbe in una famiglia modesta. Il padre Stefano, immigrato siciliano, era operaio alla Pirelli. Lanciato nel grande calcio dal prolifico settore giovanile dell’Atalanta, è stato a lungo bandiera della Juventus, con cui ha disputato 14 stagioni. Probabilmente il libero più forte della sua generazione e uno dei più grandi di sempre, nell’82 è campione del Mondo con la Nazionale italiana. Difensore di rara eleganza e pulizia, nonché dotato di grande visione di gioco grazie ai suoi trascorsi da centrocampista, per lui si faceva accostamenti con il Kaiser Franz Beckenbauer. Archetipo del difensore di impostazione, era famoso per la grande correttezza e signorilità in campo. A riprova di ciò, uno zero si staglia nella sua casella delle espulsioni in carriera.
Nella sua lunga militanza in bianconero, le sue prestazioni lo fecero diventare uno degli uomini simbolo della squadra torinese. Con la Juve vinse 7 scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa, nonché la Coppa dei Campioni del 1985 (segnata dalla tragedia dell’Heysel) e una Coppa Intercontinentale. Scirea fu anche capitano della Vecchia Signora, dal 1984 al 1988, anno del suo ritiro. In azzurro, totalizzò invece 78 presenze con due reti, e fu capitano della Nazionale nei mondiali di Messico ’86.
Al termine della carriera, Scirea accettò la proposta della Juventus di diventare collaboratore di Dino Zoff. In questo suo ruolo, il 3 settembre 1989, secondo le direttive dirigenziali, si recò ad osservare il match del Górnik Zabre, avversario della Juventus in Europa. Durante il viaggio verso l’aeroporto di Varsavia, rimase coinvolto in un tamponamento con un furgone nei pressi di Babsk. L’auto prese fuoco, anche a causa delle taniche di benzina posizionate nel bagagliaio. Per Scirea e altre due delle quattro persone a bordo il rogo fu fatale. L’ex capitano bianconero fu soccorso e trasportato presso il più vicino ospedale, ma i medici non poterono fare altro che constatarne il decesso.
L’incidente avvenne la domenica pomeriggio, e la notizia venne comunicata in Italia la sera stessa da Sandro Ciotti alla Domenica Sportiva. Forte fu lo sgomento degli ospiti in studio, in particolare quello di Marco Tardelli, suo compagno di squadra al mondiale dell’82. Ora è sepolto nel cimitero di Morsasco, comune d’origine della moglie Mariella.