Nati oggi: Ferenc Puskás, la storia del calcio ungherese
Il 2 aprile 1927, a Budapest, nasce Ferenc Puskás, il più grande giocatore della storia ungherese. Cresce nelle giovanili del Kipest, dove si forma come seconda punta brevilinea e imprevedibile, dotato di una tecnica eccezionale. Dribbling, tocco di palla, senso del gol gli permettono di ricoprire più ruoli e di esordire nel campionato Nazionale nel 1943. Il Kipest, nel frattempo, finisce sotto il controllo dell’esercito e cambia nome: si chiamerà Honvéd. E, oltre a Puskás, diventerà la squadra dei migliori calciatori del Paese, dominando il campionato negli anni successivi. Puskás in Ungheria vince 5 campionati e, con la Nazionale, le Olimpiadi del 1952, segnando valanghe di gol: 378 in 369 partite.
Nel 1956, però, ci si mette la Storia a riscrive la storia di Ferenc Puskás. Quando in Ungheria divampa la rivoluzione, l’Honvéd è impegnato in Coppa dei Campioni, a Bilbao. La squadra, dopo l’andata in Spagna, giocherà il ritorno sul campo neutro di Bruxelles, e il Governo reprime la spinta rivoluzionaria, riportando l’ordine nel Paese. Solo che la maggior parte dei calciatore dell’Honvéd non ha nessuna intenzione di tornare in patria, compreso Puskás. La squadra viene sciolta dall’esercito, e i disertori – in quanto membri dell’esercito – vengono squalificati per due anni dalla Federazione Ungherese e dalla FIFA.
Poco male, per molti di loro, compreso Ferenc Puskás, inizia un giro del mondo tra club amici ed esibizioni, aspettando di rientrare nel calcio che conta. Si fa sotto l’Inter, che trova l’accordo con il campione ungherese, ma non ha fatto i conti con il Real Madrid, agevolato nelle trattative da un ex dipendente dell’Honvéd finito qualche anno prima nella Capitale spagnola. Così, nel 1957, a 31 anni, fuori forma, Puskás firma per il Real Madrid, accolto da un certo scetticismo. Decisamente mal riposto, visti i risultati. Ci mette solo qualche mese a ritrovare la forma fisica, e il feeling con Di Stefano fa il resto.
I due guidano l’attacco più forte d’Europa, che regala al Real Madrid cinque campionati consecutivi, tra il 1961 e il 1965, tre Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. In otto stagioni con i blancos, Ferenc Puskás segna 242 reti in 262 partite, senza mai conquistare il Pallone d’Oro, nonostante le 4 reti segnate nella finale della Coppa dei Campioni nel 1960. A 39 anni, così, lascia il calcio giocato, e diventa allenatore. Allenerà in Spagna, Australia e, soprattutto, Grecia, portando il Panathinaikos alla finale della Coppa dei Campioni del 1971, persa contro l’Ajax di Michels. Una volta caduta la dittatura, torna in Ungheria, guidando senza successo, per una manciata di partite, la Nazionale magiara. Affetto da Alzheimer dal 2000, nel 2006 muore di polmonite a Budapest.