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Nati Oggi: ‘El Boquita’ Nestor Sensini

Le Origini

Il 12 ottobre 1966, a pochi chilometri da Rosario, nasce Nestor Sensini, nipote di Pacifico Sensini, che nel 1911 lascia le Marche per emigrare in Argentina. Nel 1989, dopo tre anni tra le fila del Newell’s Old boys, con cui vince un campionato e raggiunge la finale della Copa Libertadores, Nestor farà il percorso inverso. Approda all’Udinese, rivelandosi subito elemento imprescindibile nello scacchiere tattico dei friulani.

La Serie A

Sensini, infatti, è un mediano, ama giocare davanti alla difesa, ma sa adattarsi anche a tutti i ruoli del reparto difensivo. È quello che si può definire un jolly, ma in qualsiasi posizione giochi, il suo calcio non perde qualità. Nei quattro anni all’Udinese diventa presto il leader della squadra, che il primo anno anno retrocede in serie B, risalendo Serie A solo due stagioni dopo. Rischia subito di tornare tra i cadetti, ma il suo contributo, nello spareggio salvezza del 1993 contro il Brescia, sarà fondamentale. Marca, non facendogli vedere palla, Gheorghe Haghi, il forte attaccante rumeno arrivato in estate dal Real Madrid.

a forza di prestazioni maiuscole attira l’interesse del Parma, che in autunno di quello stesso anno lo porta in Emilia. Resta con i ducali fino al 1999, vincendo due Coppe Uefa, una Supercoppa Europea ed una Coppa Italia. Malesani, allenatore del Parma, non lo considera più un titolare, e in estate si trasferisce alla Lazio, scelto da Sven-Goran Eriksson in persona. A Roma rimane una sola stagione, colleziona 24 presenze ed 1 rete e, soprattutto, vince il suo unico Scudetto in Italia.

Nel 2000 torna al Parma, nello scambio con Dino Baggio, e ha il tempo di vincere un’altra Coppa Italia, Nel 2002 torna al suo primo amore, l’Udinese, con cui, tra mille infortuni, “El Bocón” chiude la carriera nel gennaio del 2006, a quasi quarant’anni.

La Nazionale

In Nazionale albiceleste arriva nel 1987, giocherà tre mondiali (1990, 1994 e 1998), sarà capitano della Seleccion (dal 1998 al 2001), vincerà due volte la Copa America (1991, 1993) e otterrà la medaglia d’argento alle Olimpiadi ’96. La delusione più grande è senza dubbio il Mondiale del 1990, quando Sensini gioca la prima da titolare contro il Camerun, per poi sedersi in panchina fino alla finale. Quando un suo fallo, discusso ancora oggi, a trent’anni di distanza, causa il rigore che sblocca il risultato e consegna la Coppa del Mondo alla Germania. Nel 2002, invece, un infortunio lo costringe a rinunciare, ad un passo dal record di presenze di Maradona in una fase finale dei Mondiali.

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Published by
Luigi Matta