Damiano Tommasi, ‘Anima candida’ come veniva soprannominato in campo, è nato a Negrar il 17 maggio 1974 nel cuore della Valpolicella, ma è cresciuto a Vaggimal, frazione di Sant’Anna d’Alfaedo, borgo di poche anime dimenticato da tut. Compie 47 anni, quasi tutti passati nel pallone. Prima da giocatore per una carriera lunghissima, poi da dirigente federale.
Tommasi ha debuttato col Negrar a undici anni nel 1985. Poi è passato al San Zeno, dove da centrocampista si è trasformato in difensore centrale. L’esordio da professionista in B col Verona nella stagione 1993-1994, a 20 anni. Nel 1996 passa alla Roma, dove è tra i centrocampisti di riferimento della squadra che nel 2001 vincerà lo scudetto. Fabio Capello lo definì il giocatore più importante della squadra. Di lui, scrive Francesco Totti: “Siamo stati compagni di squadra per dieci anni e abbiamo vinto: abbiamo affrontato assieme un’infinità di sfide e di partite. Lo conosco benissimo ed è una delle persone più limpide e altruiste che abbia conosciuto nel mondo del calcio nella mia carriera”. Con la Nazionale ha collezionato 25 presenze e 1 gol, disputando anche i Mondiali del 2002, nella sfortunata spedizione nippo-coreana.
Nel 2004 un grave infortunio nel precampionato mise in pericolo la carriera di Tommasi, a trent’anni compiuti. La diagnosi fu un bollettino di guerra: lesione complessa di tutte le strutture capsulo-legamentose del ginocchio destro, rottura dei menischi interni ed esterni, rottura del crociato anteriore e posteriore, rottura del collaterale mediale, rottura dell’inserzione dei flessori della coscia destra. Tornò dopo 15 mesi di riabilitazione e, con il contratto in scadenza nel 2005, rinegozia il suo stipendio al minimo salariale. 1500 euro al mese per un altro anno a Roma.
Il 30 ottobre 2005 torna in campo, contro l’Ascoli, e il 27 novembre 2005 è titolare dopo un anno e mezzo. La partita è Roma-Fiorentina, e segnerà dopo appena 120 secondi. Nel 2006 lascia la Roma, per andare in Spagna, al Levante. Poi Inghilterra e Cina, infine l’esperienza con i sammarinesi del La Fiorita, con cui a 41 anni torna in campo per disputare i preliminari di Europa League. Ripeterà l’esperienza fino al 2018, disputando anche due turni preliminari di Champions (nel 2017 e nel 2018).
Dal 2011, già consigliere, è nominato presidente dell’Associazione italiana calciatori. Rimane in carica 9 anni, correndo anche per la presidenza della FIGC. Nel 2020 si ritira dai ruoli politici nel calcio e gestisce a tempo pieno l’istituto scolastico da lui fondato nel 2018.