Nati Oggi: Attilio Lombardo
Il 6 gennaio 1966, a Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta, nasce Attilio Lombardo. Quando è ancora bambino la sua famiglia si trasferisce in provincia di Lodi, e Lombardo entra nelle giovanili del Pergocrema, con cui esordisce in Serie C2 nel 1983. Due anni più tardi passa alla Cremonese, in Serie B, e sotto la guida di Tarciso Burgnich diventa una delle migliori ali destre della cadetteria. Nel 1989, dopo aver trascinato i grigiorossi ad una storia promozione in Serie A, passa alla Sampdoria.
A Genova, con Vujadin Boškov, vive stagioni ricche di successi, a partire dallo Scudetto del 1991. Titolare inamovibile dei blucerchiati, con Vialli e Mancini forma un terzetto di assoluto valore. L’anno prima, in Liguria era arrivata la Coppa delle Coppe, grazie alla vittoria in finale sui belgi dell’Anderlecht. Nel 1992, invece, la Sampdoria sfiora la Coppa dei Campioni, cedendo solo in finale al Barcellona del Dream Team. In quell’occasione, Attilio Lombardo sarà tra i migliori in campo. In quegli anni arrivano anche le prime convocazioni in Azzurro, ma Popeye, come lo chiamano affettuosamente i tifosi, in Nazionale non avrà mai la chance di giocare un Mondiale o un Europeo.
La sua parentesi sampdoriana si chiude nel 1995, quando accetta la corte della Juventus di Marcello Lippi. In bianconero non è fortunato: durante la preparazione estiva riporta un grave infortunio, la rottura di tibia a perone, che gli farà saltare buona parte della stagione. Quando torna disponibile, dà comunque il suo contributo, sia in Serie A che in campo europeo. Per la finale di Roma, contro l’Ajax, Lippi decide di escluderlo dai convocati: nel 1996, prima della panchina lunga e ai cinque cambi, infatti, c’era posto solo per 16 giocatori in lista. La stagione successiva il contributo alla causa di Lombardo sarà decisamente più consistente, con la Juve che vince Scudetto, Supercoppa Uefa e Coppa Intercontinentale.
A Torino, comunque, non è un titolare fisso, ma un comprimario, e allora nel 1997 decide di cambiare aria, tentando l’avventura in Premier League. Finisce al Crystal Palace, dove resta un anno e mezzo, guidando per qualche settimana la squadra come allenatore-giocatore. A gennaio del 1999 arriva quindi l’offerta della Lazio, alla ricerca di un puntello sulla fascia destra. A Roma resta una stagione e mezza, abbastanza per vincere un’altra Coppa delle Coppe, a Birmingham, contro il Mallorca. E, soprattutto, per mettere in bacheca il suo terzo scudetto con tre squadre diverse. Nel 2001 torna alla sua Sampdoria, in Serie B, dove chiude la carriera al termine della stagione. Appese le scarpette al chiodo, inizia una lunga carriera di collaboratore tecnico e allenatore, e dal 2018 è il vice dell’amico Roberto Mancini sulla panchina della Nazionale.