L’1 marzo 1967, a Paramaribo, capitale del Suriname, colonia olandese, nasce Aron Winter. Cresciuto in Olanda, fino ai 16 anni gioca nei dilettanti dell’SV Lelystad. Qui, lo notano gli osservatori dell’Ajax, che lo portano nelle proprie giovanili nel 1983. Con i lancieri esordisce nel 1986, e presto si impone come una delle mezzali più dotate della Eredivisie. Centrocampista completo, poliedrico, con la capacità innata di infilarsi negli spazi e andare a rete, resta all’Ajax fino al 1992. Vince, da protagonista, un campionato olandese, una Coppa delle Coppe e una Coppa Uefa, e fa parte della selezione olandese che vince gli Europei del 1988, senza mai scendere in campo.
Nell’estate del 1992, alla porta dell’Ajax bussa la Lazio di Sergio Cragnotti, e Aron Winter si trasferisce a Roma. L’accoglienza, da parte della frangia più estremista degli ultras biancocelesti, è scioccante. Sotto la sede della società appaiono scritte inquietanti (come “Winter Raus”) contro il giocatore, accusato di essere “nero ed ebreo”. Insulti e razzismo becero, però, non spaventano il centrocampista olandese, che dirà: “Certo in Olanda non mi era mai successo. Comunque non cambio idea, vengo alla Lazio”. Alla fine, a Roma resta per quattro stagioni, garantendo sempre un rendimento importante, anche sotto porta. Indosserà la maglia della Lazio in 155 occasioni, segnando 27 reti, mettendo presto a tacere la minoranza rumorosa e razzista che ne aveva combattuto l’acquisto.
Nel 1996, Aron Winter passa all’Inter, dove resta per tre stagioni, giocando due finali di Coppa Uefa e vincendone una, proprio contro la Lazio, nel 1998. Nel 1999 fa ritorno all’Ajax, dove rimane per due stagioni, prima di essere girato in prestito allo Sparta Roterdam. Sarà la sua ultima annata in campo, perché una volta rientrato nel suo vecchio club non trova più spazio, e a gennaio del 2003 annuncia il ritiro dal calcio giocato. Con la Nazionale partecipa a ben quattro europei e tre mondiali, e oggi è il vice allenatore della Grecia guidata dall’ex Genoa John van ‘t Schip.