Nati oggi: Antonio Cassano, il pibe de Bari
Il 12 luglio 1982 nasceva a Bari Antonio Cassano. Giocatore dalla tecnica sopraffina e dal comportamento spesso sopra le righe, ha illuminato il palcoscenico italiano per tanti anni, tra risalite e cadute. Uomo assist per eccellenza, dalla grande visione di gioco, destro morbido e dribbling ubriacante, è stato uno dei talenti forse più cristallini del calcio italiano degli anni duemila. Tuttavia la sua carriera è stata frenata da un carattere a dir poco… complicato. Numerosi i litigi con allenatori, arbitri e dirigenti, celebri le sue cassanate. Lo chiamavano FantAntonio, il Pibe di Bari (per la vaga somiglianza nella tecnica e per l’età a un grande del calcio come Diego Armando Maradona) vecchia e Peter Pan.
Cassano fu scoperto da Eugenio Fascetti, che dalla primavera del Bari lo fece esordire in prima squadra l’11 dicembre 1999 a soli 17 anni. Una settimana dopo, arriva il primo gol, quello che gli avrebbe spalancato le porte del grande calcio, contro l’Inter: controllo di tacco in corsa, dribbling a rientrare saltando 2 difensori e tiro sul primo palo. Nell’estate del 2001 la Roma campione d’Italia se lo aggiudica a conclusione di una trattativa estenuante, per ben 60 miliardi di vecchie lire.
A Roma Cassano resta per 4 anni e mezzo, sfiorando nel 2003-2004 (ultima annata di Capello) lo scudetto. In coppia con Totti, fa 14 gol e numerosi assist vincenti. Tuttavia la rincorsa giallorossa termina alla terzultima giornata, con la sconfitta a San Siro nello scontro diretto contro il Milan.
Cassano, in scadenza di contratto nel 2006, si trasferisce al Real Madrid nel gennaio dello stesso anno per appena 5,5 milioni di euro. Tribolati i suoi ultimi mesi a Roma, dove finisce prima ai margini perché non vuole rinnovare, poi è ripescato per l’emergenza in attacco ma è in grave ritardo di condizione. Allenamenti saltati, alimentazione sregolata che gli causa sovrappeso, litigi con compagni e allenatori. Fa 7 presenze e 3 reti prima di trasferirsi a Madrid.
Il Real è una squadra di fenomeni ma in crisi di risultati, e con tanti fallimenti in rosa. Figo, Zidane, Beckham e Ronaldo, ma anche Julio Baptista e Gravesen. Esordisce con un gol il 18 gennaio contro il Betis Siviglia e decide a marzo il derby di Madrid contro l’Atletico, segnando di testa su cross di Roberto Carlos. Da quel momento in poi, sporadiche presenze. La stampa si scatena, c’è chi lo chiama “el talentino”, chi “el gordito” (il grassottello).
Raul dice di lui “è il più grande talento che io abbia mai visto”, ma Antonio non ingrana con il Real nemmeno nella stagione successiva (2006-2007), con l’arrivo di Capello in panchina. Parte bene, 4 presenze, un gol in Liga contro il Levante e un altro in coppa del Re. Ma trova come mettersi nei guai imitando pubblicamente Capello. In ottobre finisce fuori rosa, per poi essere reintegrato a febbraio. Il Real vince lo scudetto, ma di Cassano ci si ricorda solo dell’assist decisivo per il gol di Higuain contro l’Atletico. L’esperienza madrilena si conclude con 19 presenze in un anno e mezzo e soli 3 gol.
Nell’estate 2007 Cassano è fuori dal progetto Real, ma nessuna sembra accorgersi di lui. Solo a fine mercato la Sampdoria decide di dargli un’opportunità acquistandolo in prestito con diritto di riscatto. Con la Samp tocca picchi altissimi, nella prima stagione a suon di gol e assist ritorna in nazionale. Nel 2008-2009 è già vicecapitano e trascinatore dei doriani, assieme al tandem formato con Giampaolo Pazzini, trascina la Samp ai preliminari di Champions nella stagione 2009-2010 e finalmente torna in doppia cifra per goal ed assist. Antonio sembra aver trovato la sua oasi di felicità, si sposa e si lega tantissimo a Genova. Ma nel gennaio 2011 litiga ferocemente con il Presidente Riccardo Garrone e viene messo fuori Rosa. Passa al Milan, mentre anche Pazzini viene ceduto, destinazione Inter. La Samp retrocederà a fine stagione.
Cassano firma con i rossoneri un triennale e si aggrega al ritiro invernale di Dubai. Nonostante non abbia i 90 minuti nelle gambe, crea una grande intesa con Ibrahimovic e guadagna la fiducia di Allegri. Con il Milan arriva lo scudetto a maggio 2011. La stagione 2011-2012 comincia bene, con gol, assist e posto da titolare fisso, vista la perdurante assenza di Pato. Ma il 29 ottobre, al ritorno dalla trasferta a Roma, Cassano accusa un malore e viene ricoverato al Policlinico di Milano, dove gli viene diagnosticata una sofferenza cerebrale su base ischemica.
Torna in campo 6 mesi dopo, in tempo per l’Europeo 2012, dato che Prandelli ne ha fatto un uomo chiave per gli azzurri. Ma con il Milan, che chiude secondo in campionato, la storia finisce. E il 22 agosto, poco più di un mese dopo la sconfitta nella finale contro la Spagna, si concretizza il suo trasferimento all’Inter.
L’avventura parte bene: 5 gol in 5 partite, Inter prima in classifica, Antonio sempre in campo per 90 minuti. Memorabile e storica la vittoria allo Juventus Stadium per 3 a 2 in rimonta (prima sconfitta della Juve nel nuovo stadio). Poi da dicembre un calo generale, gli infortuni, l’ennesima cassanata: lite con l’allenatore Stramaccioni e conseguente addio a fine stagione. Lascia l’inter dopo 39 presenze, 15 assist e 9 gol.
Nel 2013 va al Parma e la trascina al sesto posto (Europa League) con 12 gol e 7 assist. La stagione seguente, in un Parma vicino al fallimento, rescinde il contratto dopo aver messo in mora la società per il mancato pagamento degli stipendi. Anche ritorno alla Samp non dà i frutti sperati. Alcuni lampi, e di nuovo l’esclusione dalla rosa, dopo una lite con l’avvocato Romei. Poi dopo un anno rescinde il contratto. Si ritira così dal calcio giocato non ancora 35enne. Oggi è commentatore fin troppo viscerale su Twitch per la BoboTv.
Nazionale
Cassano esordisce in Nazionale a soli 21 anni, segnando un gol già al suo debutto in Polonia-Italia. Partecipa e segna due gol con la nazionale italiana nell’Europeo 2004, dove è di gran lunga il migliore dell’Italia. Non partecipa alla vittoriosa spedizione italiana del 2006 né al disastro del 2010, entrambi con Marcello Lippi, mentre viene richiamato dal ct Donadoni per gli Europei 2008. Antonio Cassano torna in azzurro con Cesare Prandelli per l’Europeo 2012, dove l’Italia si classifica al secondo posto. Il barese disputa tutte le partite da titolare con la maglia numero 10. Nella semifinale con la Germania, confeziona l’assist per il vantaggio di Mario Balotelli. Infine nel 2014 ai mondiali brasiliani Antonio è convocato da Prandelli, ma incide poco e l’Italia esce al primo turno. Chiude la sua carriera in azzurro con 39 presenze e 10 gol.