Nati Oggi: Alessandro Del Piero
Il 9 novembre 1974, a Conegliano, nel cuore del Veneto, nasce Alessandro Del Piero. Dopo i primi anni nel piccolo San Vendemiano, società del paese veneto, passa al Padova nel 1988. Con i biancoscudati esordisce in Serie B nella nel 1992, e l’anno successivo, con una manciata di presenze in cadetteria, Boniperti lo porta alla Juve. I bianconeri, su questo diciottenne dal fisico gracile ma dalla tecnica sopraffina, investono 5 miliardi di lire. Del Piero ci metterà pochissimo a dimostrare di valerli tutti, e molti, molti di più.
Dopo i primi mesi di rodaggio, in cui esordisce in Serie A e in Coppa Uefa, sempre dalla panchina, da marzo 1994 inizia a trovare maggiori spazi. La svolta è una tripletta segnata al Parma che non può lasciare indifferente nessuno, tanto meno il mister Giovanni Trapattoni. La stagione successiva, con l’arrivo in panchina di Marcello Lippi e l’infortunio del compagno di squadra Roberto Baggio, per Del Piero è quella della consacrazione. Vince il suo primo campionato, e tra Serie A e coppe scende in campo in 50 occasioni, segnando 11 reti.
È nato un campione, è evidente a tutti, anche in ambito internazionale. Baggio passa al Milan, e la Juve decise di affidarsi al suo Pinturicchio, come lo ribattezzerà Giovanni Agnelli. La scelta si rivela subito giusta: in Champions League segna 5 gol in 5 partite, e trascina i bianconeri in finale. A Roma, contro l’Ajax, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari, serviranno i rigori per riportare la corona europea a Torino. Per Del Piero è l’apoteosi, e non ha ancora 22 anni. Bissata dal gol che decide la Coppa Intercontinentale contro il River Plate a Tokio: un gol a incrociare sul secondo palo, carico di effetto, imprendibile, o più semplicemente, alla del Piero.
Sarà un triennio incredibile per Alex Del Piero, che raggiungerà altre due finali di Champions League, nel 1997 e nel 1998, cadendo però contro Borussia Dortmund e Real Madrid in finale. Entra stabilmente tra i nominati del Pallone d’Oro, senza però vincerlo mai. Proprio nel 1998, arriva il primo infortunio grave: legamento crociato anteriore. La sua stagione finisce a novembre, quella della Juventus andrà malissimo: settimo posto e Lippi lascia la nave. La stagione successiva, ritrova stabilmente il campo, ma giocherà molto al di sotto dei suoi standard, e si dovrà attendere il campionato 2000/2001 per rivedere lampi del vero Del Piero.
Tra il 2001 e il 2004, con la fascia di capitano – che non lascerà più – al braccio, vince due scudetti, quello clamoroso, in rimonta sull’Inter, del 2002, e quello del 2003. Arriva anche la quarta finale di Champions League, tutta italiana, contro il Milan, che vince ai rigori, allungando la maledizione europea dei bianconeri. Poi, dopo il Mondiale del 2006 vinto a Berlino, su cui Del Piero appone la sua firma con il gol del 2-0 nella semifinale contro la Germania, arriva la pagina più buia: Calciopoli. La Juve viene privata degli ultimi due scudetti vinti sul campo, e retrocessa in Serie B.
In molti, nell’estate del 2006, lasciano Torino per altri lidi. Ma non lui, non il suo capitano. Che, dopo un anno di purgatorio, riporta la Vecchia Signora agli antichi fasti, regalandosi tre gioie, a loro modo, clamorose. Nella stagione 2007/2008 vince la classifica di capocannoniere, per la prima volta in carriera, con 21 reti. Nel 2011/2012, l’ultima in maglia bianconera, calca il prato della nuova casa dei bianconeri, lo Juventus Stadium, e a fine anno, con Antonio Conte in panchina, conquista il suo sesto scudetto.
Lascia il calcio italiano e la sua Juventus, ma non il calcio giocato, regalandosi ancora un paio di stagioni tra Australia e India. Ancora oggi, è primo per presenza e reti in maglia Juve: 705 e 290. Ma è anche il giocatore con più presenze e reti in Europa in maglia bianconera, con più stagioni giocate in bianconero e con più stagioni vissute da capitano. Insomma, se cercate alla voce “bandiera Juventus”, uscirà il nome di Alex Del Piero.