Nasce il Chelsea di Tuchel. Il 4-3-3 ‘a più facce’

Tuchel

Thomas Tuchel prende la guida del Chelsea, dopo l’esonero di Frank Lampard. Il tedesco raccoglie una situazione deficitaria di classifica, momentaneamente al decimo posto. Questa sera, alle 19:00, Tuchel esordirà contro il Wolverhampton, cercando di dare una prima sferzata al momento del Chelsea. Tuchel, nel corso della sua carriera da allenatore, si è distinto per la flessibilità, nonché mutevolezza del suo assetto tattico. Principalmente, il gioco di Tuchel si fonda su un 4-3-3 di base che, durante il match, varia e si trasforma in base al momento di partita e, soprattutto, a seconda dell’avversario da fronteggiare. Il suo Psg, all’occorrenza, diventava un 4-1-4-1. La filosofia calcistica di Tuchel si ispira alla celebre Piramide di Cambridge disposta a 2-3-5, in fase di possesso. Disposizione ben visibile ai tempi del Borussia Dortmund.

In questo contesto tattico, la versatilità dei giocatori è fondamentale, in primis quella del centrocampo. Sarà pertanto interessante vedere come Tuchel gestirà le doti di giocatori come Kanté, Jorginho e Mount. Geometria e dinamismo, oscurando in parte la fantasia del 4-2-3-1 lampardiano. Si tornerà agli esterni alti, coadiuvati dalla spinta dei terzini, sfoltendo la trequarti. Gli attaccanti, oltre ad interpretare la veste del terminale offensivo, dovranno dileggiarsi in un vero e proprio sacrificio tattico, volto a mantenere vivo il pressing. Attenzione: pressing, non pressing alto ad oltranza. Come anticipato, il calcio di Tuchel è profondamente camaleontico. Contro squadre disposte di grande fantasia in trequarti, la linea si abbassa e gli attaccanti aiutano gli esterni a mantenere l’ampiezza, sia in possesso che in pressing.

Stasera, contro i Wolves, Tuchel concederà la ‘prima’ del suo Chelsea. Una prima occasione per mostrare la propria filosofia moderna, figlia del tatticismo teutonico del gegenpressing, di cui è un ottimo profeta anche Nagelsmann al Lipsia. Il Chelsea prende forma e prova a ripartire dal tecnico ex Borussia Dortmund. Dove Lampard, malauguratamente, non è riuscito a lasciare l’impronta come faceva da calciatore.