Napoli, un girone dopo: l’importanza di ritrovare il centravanti
A distanza precisa di un girone il Napoli ritrova il proprio centravanti, l’acquisto più caro della propria storia che fin qui ha avuto la possibilità (causa infortuni e Covid) di giocare appena 17 partite tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League. Solo 10 di queste da titolare, più per una questione fisica che per una scelta tecnica fatta dall’allenatore.
Napoli: l’importanza di Osimhen
Victor Osimhen, classe 1998, non ha avuto di certo vita facile alla sua prima stagione in Serie A e con lui il Napoli che ha ovviamente risentito della sua assenza. Ieri sera, contro il Bologna, c’è stata la conferma di come un centravanti in forma possa fare tutta la differenza del mondo.
Sul piano tattico prima e su quello individuale poi, passando dalla possibilità concreta di sfruttare la profondità e la verticalità e arrivando ai colpi del nuovo numero 9 azzurro. Il nigeriano fisicamente non sta benissimo, ma la voglia e le qualità si intravedono nonostante la forma fisica non eccelsa. La straordinaria velocità e la capacità di riempire l’area di rigore lo caratterizzano. Il senso del gol va migliorato, lo dimostra la grande occasione sprecata sul passaggio di Insigne, ma dalla rete del 2-0 è emerso invece tutto il bagaglio tecnico del ragazzo.
Un girone dopo, ancora contro il Bologna, Osimhen torna a segnare e ad incidere per un Napoli in ripresa e voglioso di raggiungere un obiettivo che a questo punto combacerebbe con una vera e propria impresa. Giocare mesi senza il proprio centravanti ha portato ad una squadra senza punti di riferimento, per sé e per gli avversari. Una compagine spaesata che finalmente sembra aver ritrovato la propria strada, tratteggiata da Mertens prima e da Osimhen poi.
Nelle prossime 13 partite (compreso il recupero con la Juventus) il Napoli proverà finalmente a sfruttare i propri centravanti, quelli che sono venuti a mancare per diversi mesi e che proprio in questo rush finale potrebbero fare la differenza.