Napoli-Roma, una sfida nelle sfide. La classica del calcio italiano cade nel giorno di Pasquetta: molto c’è da fare e altrettanto, forse, da dire. Due squadre che, un tempo lontano, erano gemellate sul piano della tifoseria. Legame che poi è andato a dissociarsi con il tempo: numerosi i fattori di acredine da ambo le parti. Quel che resta, oggi, è una rivalità sportiva e un “odio” passionale e acceso sugli spalti. Gli stadi tornano ad essere popolati, non come un tempo ma abbastanza per pensare che tutto sia (quasi) normale.
Quel che non avviene sui seggiolini succede in Rete. La piazza telematica è ritrovo di tifosi che sanno, talvolta, anche dare il peggio di loro. La storia di Napoli-Roma è densa, ricca e popolata purtroppo anche da insulti reciproci. È arrivato forse il momento di sdoganare questa tendenza: è vero che De Rossi – ex Roma – ha detto più volte che il calcio deve essere anche contrapposizione e rivalità, ma in maniera sana.
Ciò che circola in Rete, talvolta, è tutt’altro che sano, con insulti che spesso hanno poco a che fare con gli sfottò. Stavolta – sul piano del gioco – c’è tanto: in ballo lo Scudetto e il quarto posto. L’una cerca l’altro e viceversa, quindi la parola d’ordine è “vietato”: sbagliare, commettere errori, sottovalutare l’avversario. Fra questi divieti, però, dovrebbe esserci anche quello di trascendere. Non solo perchè siamo (quasi) a Pasquetta, quella resta una festa da santificare, ma anche e soprattutto perchè di spunti per essere rivali e infervorati ce ne sono.
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Argomenti giusti, profondi e anche interessanti: Spalletti che ritrova la ex squadra con cui ha avuto più problemi, Mourinho che arriva dal successo in Conference e paga (secondo alcuni) la spocchia degli ultimi tempi. Oppure il Napoli che potrebbe fare un favore alla Juventus – chi l’avrebbe mai detto – in ottica quarto posto. Letture e suggestioni ce ne sono a iosa. Evitiamo, dunque, se è possibile, i leoni da tastiera. Scegliamo di essere leoni da pastiera: ovvero tifare, mangiare con gusto durante le feste, e sperare – a seconda della squadra per cui si parteggia – nello scivolone di una delle due compagini. Ben vengano gli sfottò e le prese in giro, ma l’odio sportivo (e spesso territoriale) che circola sul Web è la vera nota dolente di un match dalla portata storica e sociale incredibile.