Napoli, Kvaratskhelia: “I tifosi mi amano, voglio renderli felici”
Il Napoli è pazzo di Khvicha Kvaratskhelia. E il georgiano ricambia il sentimento. Questo inizio di stagione scintillante ha fatto scoppiare l’amore fra il nuovo fenomeno della Serie A ed il popolo napoletano. In una lunga intervista concessa ai partner della società Crocobet e Gt – che hanno realizzato un documentario su di lui -, il calciatore parla di tutto, dal rapporto con i tifosi a Spalletti, passando per le emozioni che prova nel giocare in uno stadio intitolato a Diego Armando Maradona.
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— Official SSC Napoli (@sscnapoli) October 12, 2022
Napoli, Kvaratskhelia: “I tifosi vivono di calcio”
Si parte dal rapporto coi tifosi: “Mi incoraggiano e mi supportano tantissimo, quando mi incontrano vogliono foto, autografi, mi riempiono di calore ed affetto. Sento così tanto amore che devo fare in modo da restituirlo quando gioco di fronte a loro allo stadio. Faccio di tutto per renderli felici, è una grande responsabilità. Non cammino molto spesso per la città, i tifosi sono innamorati dei calciatori in generale, e non solo nei miei confronti. È la prima cosa che ho notato al mio arrivo a Napoli. Vivono di calcio, non importa l’età: possono avere 70 anni, uomini o donne, tutti sanno tutto sul calcio. Anche durante la partita, quando rientriamo negli spogliatoi, i tifosi cantano e ci sostengono, quindi non sei autorizzato a non dare il massimo allo stadio”.
Sulla nuova lingua: “Quando posso sostengo delle lezioni online con un ottimo insegnante. Ne ho già sostenute quattro, spesso utilizzo le parole ‘grazie’ e ‘bene, tu?’”.
Sulle sue giornate: “Mi sveglio alle otto del mattino, mi ci vogliono quindici minuti per arrivare al centro di allenamento. Faccio colazione, mi preparo e poi inizio ad allenarmi”.
“Ho imparato tantissimo da Spalletti”
Sul rapporto con il suo allenatore: “Spalletti è una grande persona, molto positiva, ho imparato un sacco da lui finora. Conosce molto bene il mondo del calcio, è un grande allenatore. Ho imparato anche tanto dai miei compagni perché sono molto forti. Spalletti è una bravissima persona, e la nostra squadra è una grande famiglia. Giochiamo ogni tre giorni, ma gestendoci giochiamo tutti quanti. Abbiamo un grande rapporto, c’è una bella atmosfera in squadra”.
Giocare in uno stadio intitolato a Maradona è emozionante: “Giocare nel Napoli significa molto per me, perché è uno dei club migliori d’Italia. Specialmente per via di Maradona, non avrei mai immaginato di poter esser parte di questa squadra fantastica. Ho realizzato che già essere sul campo mi rendeva un giocatore di calcio a tutti gli effetti. Vorrei che tanti calciatori georgiani facessero esperienza di queste emozioni, che molti di loro possano raggiungere i loro obiettivi. Per me era impensabile, pensavo che non sarei mai riuscito ad arrivare dove sono ora, ma devo avvisare tutti che per raggiungere i loro obiettivi bisogna fare un passo alla volta”.
Sulla Champions League: “Quando ascoltavo da piccolo l’inno in televisione non avrei mai pensato di poterlo sentire dal vivo in campo. Il mio primo sogno era quello di giocare in Champions League, sentire l’inno ti dà una energia che non puoi trovare altrove. Specialmente alla prima partita, contro il Liverpool, avevo bisogno di quella motivazione, e ho pensato che mi abbia aiutato tantissimo”.