Napoli-Juventus: lo scontro storico e culturale tra nord e sud

Juventus-Napoli

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Juventus-Napoli è una storia a parte. La sfida tra la vecchia signora e i partenopei è da sempre una battaglia non solo calcistica. Uno scontro culturale che trascina con sé antiche e, ancora irrisolte, situazioni sociali e politiche, da nord a sud e viceversa, sia andata che ritorno.

Juventus-Napoli è un viaggio da vivere per ripercorrere la storia del Bel Paese a ritroso, fino agli anni dell’unificazione. Per i campani è il momento di una rivendicazione mai avvenuta a livello politico e sociale. Per i piemontesi, popolo simbolo di quel Regno di Sardegna che con astuzia e forza prese l’impero borbonico, è la giusta occasione per zittire con distacco regale le velleità di un popolo sconfitto dagli avvenimenti storici e che non vuole addossare a sé le responsabilità della sconfitta. Mettendo ora da parte il conflitto ideologico e culturale, la rivalità tra bianconeri e azzurri va ricercata negli anni ’80 quando il Diez azzurro guidò la sua squadra ad assaltare il palazzo del potere della squadra simbolo dell’elité del calcio italiano.

Juventus-Napoli: storia di amori e tradimenti

Il Napoli era presieduto dall’armatore Achille Lauro e nello spogliatoio c’erano Bruno Pesaolo, Hasse Jeppson e Luis Vinicio: quel Napoli finì quarto in campionato e iniziò a discutere con le grandi della campionato italiano. Iniziano così gli scambi di giocatori con le grandi: Zoff da Napoli va a Torino dove diventa leggenda ma la rivalità viene alimentata con il passaggio del bomber Josè Altafini che compie lo stesso percorso del portiere e da quel giorno per Napoli sarà sempre core ‘ngrato. In anni più recenti i passaggi di Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro ancora vicini agli ambienti bianconeri, seppur napoletani doc. L’ultimo atto di tradimento, però, è quello di Gonzalo Higuain preso dalla Juventus pagando la clausola rescissoria di 90 milioni di euro e sottraendo di fatto la ragione per cui il Napoli era arrivata quasi al livello dei bianconeri.

Il passaggio della corona da Le Roi al Maschio Angioino

Il 5 luglio 1984, in un momento in cui il calcio italiano era rapito ed estasiato dal Rel del Sole, Michel Platini, un ricciolo nero di talento e improvvisazione sale i gradini del San Paolo e per diventare simbolo non di una tifoseria, ma di un popolo intero. Diego Armando Maradona si carica sulle spalle tutta Napoli con la promessa di portare gli azzurri sul gradino più alto. Come He-Man faceva con la sua tigre timorosa, così Diego trasformò i suoi compagni di squadra in leoni. Per i successivi 7 anni il Napoli affrontò la Giuve (come la chiamava Maradona) a testa alta e con orgoglio e con uno scontro leggendario tra i due calciatori più forti al mondo in quel momento.

La rivalità degli ultimi anni

Il Napoli rialzato e riportato sui campi che contano da De Laurentiis conserva nella mente e desidera passionalmente scontrarsi per l’ennesima volta contro la Juventus. Gli azzurri del primo Mazzarri che si imposero sui bianconeri dopo 21 anni elevò la rivalità a picchi quasi mai raggiunti. Anche oggi pomeriggio al Diego Armando Maradona di Napoli lo scontro si riaccenderà e la sfida tra l’orgoglio freddo e vincente della vecchia signora e quello caldo e passionale dei partenopei vivrà altri 90 minuti da consegnare alla storia.