A poche ore dal calcio d’inizio di Napoli-Juve, inizia già a scaldarsi l’ambiente. A parlare e dire la sua sul big match che potrebbe cambiare le sorti del campionato ci ha pensato Gianfranco Zola. L’ex calciatore è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
“Era il 1992, perdemmo 3-2, io realizzai una rete nel finale, nella Juve aveva già fatto gol Vialli. Io non l’ho ancora accettata questa cosa che Luca non c’è più. Con lui se n’è andata una parte di me. Quello che è successo mi fa venire i brividi. Abbiamo vissuto momenti bellissimi insieme al Chelsea. Ero in panchina, Maradona segnò una doppietta. Quando Diego e Careca erano in quelle condizioni, fermarli era difficile”.
Sulla difesa della Juventus
“Il Napoli ha i suoi principi di gioco e un’identità chiara: non si snaturerà. Mi aspetto una sfida equilibrata. Occhio a Lobotka e Anguissa: il centrocampo è uno dei segreti del Napoli. E a Chiesa, spacca le partite”.
Su Kvaratskhelia
“Ormai i numeri 10 si sono spostati prevalentemente sulle fasce e lui ha le caratteristiche dei trequartisti di una volta. Mi piace molto anche perché è tatticamente ordinato e diligente”.
Su Di Maria
“Dietro la punta? Una scelta dettata da due considerazioni. La prima riguarda il buon rendimento di chi sta giocando sulle fasce. L’altra, più importante, riguarda la possibilità che Di Maria incida pesantemente in posizione centrale grazie a tecnica, esperienza e intelligenza”.
Su Allegri
“La sconfitta di Champions in Israele era un cazzotto dal quale quasi nessuno si sarebbe rialzato. La Juve invece si è rimessa in piedi: grande merito dell’allenatore ed enorme dimostrazione di personalità e carattere del gruppo”.
Sui pochi gol della Juventus
“Questione di caratteristiche: non crea tanto ma concede meno, come le squadre di Allegri. La cosa importante è che i gol segnati, seppur pochi, siano determinanti. E Allegri potrebbe prendere bene anche un pareggio a Napoli: resterebbe viva la speranza di una rimonta nel ritorno”.