Napoli, Insigne: un leader senza supporto
Gli avevano chiesto di prendere in mano la squadra nel momento del bisogno, da vero capitano. Più volte gli si è rimproverata l’incapacità di reagire dinanzi ai momenti complicati che lui e la sua squadra stessero attraversando.
Napoli: la reazione di Insigne
Lorenzo Insigne è sempre stato il capro espiatorio di molti addetti ai lavori e di tantissimi tifosi quando le cose nell’ambiente Napoli non andavano bene. Tutti ricorderanno il caos post Supercoppa, giusto per citare il più recente, con chi addirittura invocava ad un cambio di fascia o ad un addio del numero 24 partenopeo.
Fatto sta che Insigne ha reagito: presentandosi di nuovo sul dischetto contro la Juventus in campionato e segnando, giocando praticamente sempre senza mai fermarsi e anche con evidenti problemi al ginocchio, prendendo per mano la squadra e provando a determinare sempre e comunque con le sue giocate, ribaltando una partita, praticamente da solo, come quella di ieri.
Adesso in primo piano c’è la doppia faccia di un Napoli poco cattivo e a tratti imbarazzante in fase difensiva, di un gruppo non ancora maturo per lottare ai vertici della classifica e di una squadra che difficilmente riuscirà a raggiungere il proprio obiettivo continuando a giocare in questa maniera. Nessuno parla di come però ieri Insigne, il capitano, abbia provato fino alla fine a vincere una partita davvero incredibile.
Insigne solo nel deserto
Prima un gol splendido annullato dal Var, poi un assist fantastico per Di Lorenzo e infine il rigore decisivo segnato, al 90′. Tutti ingredienti di una partita perfetta, quella del 24 azzurro, leggermente macchiata da un gesto di stizza e d una frase poco carina rivolta ai compagni in occasione del rigore concesso al 95′. Una disattenzione che è costata una partita e probabilmente, ancora una vota, una stagione. Un gesto non splendido, quello di Insigne, che però ancora una volta mostra l’attaccamento a tratti ossessivo dell’ex Pescara alla maglia azzurra, una maglia che che si è impossessata quasi completamente della sua essenza, manipolandogli i pensieri e caratterizzandone una vita, una vita condita da continui fallimenti evidenziati dalla gente, anche quando questi fallimenti non esistono.
Ancora una volta, nel caos generale, Insigne è emerso come leader solitario. Senza supporto, prima tecnico e poi caratteriale.