Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis ha parlato, a margine del Gran Galà del Calcio della soddisfazione scudetto.
Premiato come il miglior presidente della Serie A dopo la vittoria dello Scudetto, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha parlato del matrimonio con Spalletti e dell’impresa realizzata la scorsa stagione.
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ai microfoni di Sky Spot.
“L’anno scorso è stata indimenticabile, era atteso dai napoletani da 33 anni. A Napoli esiste un solo mito prima di questo scudetto, era ed è ancora quello di Maradona. Siamo riusciti a portare a questa città un sorriso, e ad insegnare ai più piccoli che lo stadio è un centro di aggregazione molto importante anche dal punto di vista sociale”.
De Laurentiis continua: “Oggi i bambini a Napoli seguono il calcio più di prima. Quando sono arrivato a Napoli avevo appena comprato il club dopo un fallimento. Trovai una chiesa con un campetto e tre bambini. Uno con la maglia del Milan, uno dell’Inter e l’altro della Juventus. io sono sceso e ho chiesto perché non avessero la maglia del Napoli e mi dissero “E tu chi c***o sei? Capii che c’era una grande sfida davanti, ma per chi viene dal cinema la sfida è qualcosa che hai sempre, perché hai il compito di avere successo con il pubblico. Nel calcio è lo stesso, il committente sono i tifosi”.
Su Spalletti, il patron azzurro parla cosi: “Devo ringraziare di aver trovato uno straordinario allenatore. Dopo un lungo corteggiamento e dopo decisioni che ci hanno portato su strade diverse, finalmente tre anni fa bussai alla porta di Spalletti. Lui con aria guardinga ci aspettava nel garage, perché nessuno doveva sapere. Ci mettemmo d’accordo per giugno. Il nostro è stato un matrimonio felice, talmente felice che quando lui ha espresso il desiderio di non andare avanti, nonostante io avessi la possibilità di farlo proseguire, non ho commesso questo errore. Obbligai Benitez a restare e non finì bene. Cosi se lui si sentiva di andarsene serviva ringraziarlo e lasciarlo andare”.