Il marchio a fuoco di aver superato almeno una volta tutte le squadre in Serie A. Un gol, il numero cento, che porta la griffe di Giovanni Di Lorenzo, il capitano “artigiano” nel senso più nobile del termine (per una serie di motivi che sarebbe inutile ripetere) in una gara paradigmatica, un saggio breve della stagione sfavillante della squadra di Spalletti.
Non c’è squadra di Serie A in questo campionato che non abbia perso contro la banda Spalletti. Una rivoluzione passa e si tramanda sempre attraverso i numeri, le statistiche e i dati che danno forma compiuta ai cambiamenti. Sì, forse è un po’ banale partire da quell’abbraccio. Ma forse è più importante dei decibel del Maradona. Il gol di Di Lorenzo è un capolavoro che suggella una stagione da assoluto protagonista: la ciliegina sulla torta. La corsa e l’abbraccio d’addio e riconoscenza a Spalletti, invece, sono la foto. Iconica. E fa ancora più effetto per la troppa distanza che c’è, per la diversità d’intendere i rapporti e le relazioni personali. Ebbene, quel gol col piede meno amico del capitano del Napoli all’Inter, fa da preludio e da contraltare alla delusione e al senso d’amarezza di burocrazie mai digerite da Spalletti dal “cinico” De Laurentiis. L’allenatore ha detto basta, aspettava che a riferirlo fossero lui e il patron, per trovare la maniera di lasciarsi senza rancori. Al momento la separazione non appare consensuale. Le vittorie hanno lasciato covare il fuoco sotto le ceneri, esploso proprio quando la squadra raggiungeva il grande traguardo che mancava da 33 anni. E allora, alla luce del sole, fa ancora più effetto quell’abbraccio. Una manifestazione di affetto emblematica tra il capitano e il demiurgo della squadra, due toscani veri che hanno fatto un patto per scrivere la storia. Una storia che potrà continuare solo se verrà rinnovata la coesione incredibile venutasi a creare tra questi ragazzi.