Morte Mattia Giani, il padre accusa: “Si può morire così?!” La Procura apre un’indagine
La procura apre un’indagine sulla morte di Mattia Giani, calciatore del Castelfiorentino deceduto. Il padre a gran voce accusa i soccorsi.
Tanto dolore e ancor più voglia di far luce su un caso che sta facendo discutere in queste ultime ore. La morte di Mattia Giani, calciatore del Castelfiorentino United, ha scosso tutto il mondo sportivo italiano. Il giocatore, che aveva accusato un malore nella partita di domenica nella sfida di Eccellenza toscana contro il Lanciotto non ce l’ha fatta, e il dolore di parenti, amici e conoscenti è incommensurabile. La volontà di far chiarezza su questo spiacevole episodio, però, è tanta, così come lo sono i dubbi sulla tempestività dei soccorsi.
Chi vuole sapere tutta la verità è la famiglia di Mattia Giani. Il padre Sandro in primis ha accusato il modo e le tempistiche in cui sono stati prestati i soccorsi al figlio, annunciando ai microfoni della Gazzetta dello Sport di voler presentare una querela. In tutto ciò la Procura di Firenze ha così deciso di aprire un’indagine a riguardo.
Morte Mattia Giani: il dolore e le accuse del padre
Mattia Giani è deceduto domenica nel corso della partita tra Castelfiorentino United e Lanciotto. Il ragazzo di 26 anni si era accasciato a terra accusando un forte dolore al petto. Da lì l’ansia di compagni e spettatori, e la chiamata urgente di soccorsi. Sandro Giani, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha descritto il momento così, muovendo anche alcune accuse: “So solo che il medico su quel campo non c’era. E che la prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti. Nel frattempo il massaggiatore del Castelfiorentino ha provato a rianimare mio figlio e poi è scesa una spettatrice dagli spalti che lavora come infermiera per dare una mano. Presenteremo una querela perché vogliamo capire come è morto mio figlio”.
Mattia Giani, dal malore ai soccorsi: ancora tutto da chiarire
Versioni discordanti e ancora tutto da chiarire per quanto riguarda la scomparsa di Mattia Giani, che addolora nuovamente il mondo del calcio, dopo la morte di Morosini. Sull’uso del defibrillatore si è espresso ancora il padre del giovane calciatore: “lo strumento c’era ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza”. Il Lanciotto, la squadra ospitante, invece, risponde così: “sono subito intervenuti un medico e due infermieri che hanno prestato il massaggio cardiaco al giocatore e gli hanno anche applicato il defibrillatore prima dell’arrivo del 118”. Doveroso ricordare che la presenza del defibrillatore automatico o semiautomatico sui campi sportivi è obbligatoria dal 2017.
La Procura di Firenze apre un fascicolo e il Lanciotto entra in silenzio stampa
Per fare chiarezza sulla spiacevole vicenda la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo. Il Lanciotto invece è entrato in silenzio stampa dopo aver “preso atto di alcune dichiarazioni non veritiere attribuite a rappresentanti della nostra società riportate da alcuni organi di stampa e della strumentalizzazione politica in atto sulla vicenda, e per agevolare le eventuali indagini in corso”.