È stato il successo dell’Italia. Di un grande gruppo guidato da un CT che si è reso straordinario come Roberto Mancini. Ai microfoni di calciomercato.com, ha commentato il meraviglioso lavoro del tecnico il suo ex presidente Massimo Moratti. Mancini è stato due volte allenatore dei nerazzurri ma, al suo ritorno nel 2014, Moratti aveva già ceduto il club mentre, la precedente esperienza tra il 2004 e il 2008, ha lasciato ricordi indelebili. Ecco le parole dell’ex presidente della Beneamata.
“E non poteva andare meglio, direi. L’attesa ha pagato”.
“Sono stati esemplari in tutto, costanza, attenzione, ma anche calma e sangue freddo quando sono arrivati ai rigori. Eccezionali”.
“È stato bravissimo, non si è mai risparmiato, ancora di più in questi ultimi mesi. Ha dato a tutti la forza di lottare per qualcosa di incredibile, ha messo in condizione la squadra di credere a un obiettivo che francamente sembrava impossibile, un obiettivo che nessuno poteva considerare seriamente. Mancini non si è limitato a convincere tutti, ha anche creato simpatie attorno a questo gruppo, circondando la Nazionale di pensieri positivi. Ci è riuscito anche grazie al suo atteggiamento”.
“A dominare la scena è sempre il suo talento, anche nelle scelte e nelle provocazioni. Adesso diamo tutti per scontato che Mancini punti sui giovani ma di scontato non c’è niente. Era così già all’Inter, perché lui con i ragazzi è bravissimo e la cosa ancora più incredibile sta nel fatto che riesca sempre a capire l’esatto momento in cui puntare su di loro. Sa quando lanciarli, lo sente.
Credo sia necessario poter ricorrere al talento anche per saper rischiare e lui rischia quando annusa e riconosce in altri altrettanto talento. Con l’Inter ogni tanto provocava l’avversario buttando dentro qualche ragazzo, che spesso e volentieri risultava decisivo.Adesso è anche migliorato nel rapporto con i calciatori, ha maturato la giusta esperienza ed è diventato il capo assoluto rinunciando a ogni forma di autoritarismo”.
“Ho avuto il piacere e la felicità di averlo portato all’Inter. Ricorderò sempre quel suo modo di presentarsi a me con in dono una maglia di lana nerazzurra, di quelle che i calciatori usavano una volta, con lo scudetto cucito sul petto. Mi disse che lo avremmo rivinto insieme e lo scelsi. Mi rimase impresso per quel suo modo di entrare immediatamente nella tradizione della società, con la sua classe”.
“Aveva già mostrato all’Inter quanto fosse bravo, disputando un grande campionato con un grande allenatore. Aveva l’opportunità di confermarsi e l’ha fatto al meglio”.
“Quando ho deciso di entrare nel calcio, l’ho fatto a piedi uniti. Adesso questo è un piacere che lascio ad altri”.