Morata: “C’è una parte della Spagna che sostiene e l’altra no”

Morata: “C’è una parte della Spagna che sostiene e l’altra no”

Copyright: Jose Breton

Alvaro Morata è pronto per affrontare gli Europei con la sua Spagna. Intervistato ai microfoni di AS, il calciatore spagnolo è voluto tornare sulle critiche ricevute per la traversa presa contro il Portogallo in amichevole. Un gruppo di tifosi hanno iniziato ad insultarlo per il mancato gol nel finale, mentre si trovava da solo davanti a Rui Patricio. Al centro del dibattito la situazione vaccini e i casi di contagio all’interno della squadra.

L’intervista ad Alvaro Morata

La concentrazione dopo la positività di Busquets – “Non è piacevole che i compagni debbano partire. Abbiamo un gruppo che condividiamo tutti le cattive e la buone notizie, come il ritorno di Diego Llorente. Questa situazione di incertezza non è piacevole. Qui siamo tutti responsabili e quando abbiamo avuto qualche giorno di riposo abbiamo avuto tante attenzioni e cure, ma non sai mai come può arrivare a te. Non vediamo l’ora che Busy si riprenda il prima possibile in modo che possa tornare con noi”.

I vaccini portati dai militari – “Dobbiamo ringraziarli per averci portato i vaccini e tutte le persone che vengono quotidianamente per la PCR e gli esami del sangue. Devi adattarti a questa situazione, non è piacevole. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che sono si prendono cura della nostra salute perché sono molto importanti.”

La critica riguardo i vaccini alle Nazionali – “Con gli dei dell’Olimpo non ci sono stati così tanti guai, sembra che il calcio sia sempre sotto sospetto. Non è una cosa del calcio, in Spagna ci sono due parti: quella che tifa e quella che non tifa ed è così semplice. Non entro in polemica. Credo che tutte le professioni dovrebbero essere trattate con più rispetto. Ci dovrebbe sempre essere rispetto prima di ogni altra cosa”.

Gli insulti sui social per la traversa con il Portogallo – Insultare tramite un telefono o un computer è molto semplice. Cinque o sei anni fa mi sarei graffiato molto la testa, ma ora non mi interessa perché quello che mi è successo l’altro giorno l’ho già vissuto in uno stadio qui in Spagna e so già da dove viene e devi accettarlo. Mi sento abbastanza rispettato dai tifosi in Spagna, da tutti i campi dove andiamo. Ed è un peccato che il nostro lavoro per pochi centimetri ti porti a mangiare tutta la merda in Spagna”.

I pochi gol realizzati della Spagna – “L’altro giorno il Belgio ha pareggiato con la Grecia e hanno alcuni giocatori che segnano tanti gol e come noi hanno pareggiato. Sono cose che succedono nel calcio. Qui ogni volta che si pareggia c’è quel dibattito, è normale e mi tocca direttamente… Qui si lavora per fare tutti i gol e sicuramente arriveranno”.

Il sistema di gioco di Luis Enrique – “Abbiamo rivisto la partita contro il Portogallo ed abbiamo fatto esattamente quello che voleva il tecnico. Se non fosse stata per l’ultima giocata stampata sulla traversa o per qualche altra occasione precedente, avremmo battuto l’attuale campione d’Europa e tutti sarebbero stati contenti, è vero. È il calcio”.

Spagna campione dell’Europeo – “Beh, si spera! Siamo qui per questo. Di questo si tratta. È quello che tutti vogliamo e siamo molto motivati. Devi essere fortunato, stai giocando la partita e puoi essere buttato fuori da un giocatore per una semplice giocata o per qualsiasi decisione che cambi una partita. Ci sono cose che devi avere a favore. Sarà molto difficile batterci”.

La coppia d’attacco Moreno-Morata – “Mi trovo bene con lui. Ci capiamo molto bene. Con Gerard è facile andare d’accordo. Ha un buon passaggio, ha una buona tecnica e, soprattutto, è un bravo ragazzo. Siamo super felici di essere qui, che sia il nostro turno o meno di giocare. Questo è il segreto della squadra, che non si noti la differenza se si gioca o meno”.

Sul futuro – “Sono stato chiamato in settimana dalla Juve e ho già parlato con il direttore sportivo. Fino a quando le cose non saranno ufficializzate, non si potrà dire nulla”.

Sul possibile cambiamento con Allegri – “No, lo scenario è sempre stato lo stesso. È stato un anno un po’ particolare perché negli ultimi dieci anni non erano abituati ad avere una stagione come questa e speriamo che la prossima sia migliore. Ci sono mancati anche i nostri tifosi”.