Mister a distanza: Mancini, Giampaolo, Pioli e il “modello Mihajlovic”

Mister a distanza: Mancini, Giampaolo, Pioli e il “modello Mihajlovic”

(Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

Distanze che sembravano infinite, grazie alla tecnologia e alla connettività, oggi sono praticamente azzerate. E tutto ciò che una volta si poteva fare solo in presenza fisica, oggi si può fare anche da casa. Lo vediamo, da mesi, con la didattica a distanza, che permette agli insegnati di portare avanti, da remoto, le proprie lezioni, e agli studenti di continuare ad imparare. Per non parlare di riunioni, incontri b2b, eventi tutti ripensati in versione digitali. Ma anche allenamenti, e non serviva la pandemia per scoprirlo.

Se il ct della Nazionale, Roberto Mancini, positivo al Covid-19, striglia i suoi con l’intercessione di un tablet e di un vice di talento come Alberico Evani, altrettanto saranno costretti a fare Pioli e Giampaolo. L’allenatore del Milan, positivo anche al tampone di oggi, non potrà sedere in panchina nel match di alta classifica contro il Napoli. A guidare i rossoneri in questi giorni è il suo vice Giacomo Murelli, ma dal suo isolamento domiciliare – una volta superati i brevi sintomi – possiamo immaginare un Pioli in tuta, davanti al Pc, a dettare i movimenti di Ibra e compagni in pantofole.

Ultimo in ordine di tempo a dover fare i conti con il Covid-19 e la quarantena, è Marco Giampaolo, proprio ora che aveva trovato la quadra del suo Toro. Contro l’Inter, dovrebbe così sedersi in panchina Francesco Conti, il suo storico vice, pronto a dare voce alle direttive del mister abruzzese. Certo, il campo è un’altra cosa, ma la tecnologia ha i mezzi per accorciare, e quasi annullare, le distanze, e i risultati della Nazionale sono un precedente incoraggiante.

Ma non l’unico, al contrario. Il primo ad aver guidato gli allenamenti della propria squadra da casa e dall’ospedale, è stato Sinisa Mihajlovic. L’allenatore del Bologna la scorsa estate ha giocato due partite: una tutta personale, contro la leucemia, l’altra sulla panchina dei felsinei, senza sedercisi per mesi. Le ha vinte entrambe. La prima grazie ad un trapianto di midollo a fine ottobre 2019. La seconda, guidando la preparazione dal letto di ospedale, attaccato al tablet, per tornare a sedere al suo posto appena 40 giorni dopo il ricovero.

Per Mancini, Pioli e Giampaolo, fortunatamente, è una situazione transitoria, che grazie alla tecnologia peserà meno del previsto sulle proprie squadre. Il Milan, del resto, arriva di slancio e con meccanismi ben oliati alla ripresa, l’Italia si prepara all’ultimo e decisivo match del girone di Nations League sulle ali dell’entusiasmo e di qualche certezza in più. Il Torino, alla fine dei conti, è la squadra che in questo momento rischia qualcosa di più: basterà la tecnologia a salvare i granata e i primi frutti del lavoro di Giampaolo?